di Casto Di Bonaventura – 14 aprile 2022

VDossier media partner de "Il Rinascimento dei Bambini"

 Casto Di Bonaventura, presidente di CSV Abruzzo, spiega perché VDossier è partner della mostra che farà tappa dal 21 al 30 aprile a Pescara e dal 5 all’11 maggio a Chieti

Chi era Francesco di Marco Datini? Orfano a 13 anni, fu apprendista in una tessitura di Prato, poi, a 15 anni migrante ad Avignone, divenne un mercante di successo e fu, infine, l’iniziatore della prima opera che riguardasse esclusivamente l’accoglienza dei bimbi abbandonati. Una persona vera, un uomo che ha avuto il coraggio di rischiare, di non arrendersi alle circostanze avverse, che ebbe il coraggio di dire “io ci sono, io esisto”.

Nello scrivere di queste caratteristiche di Francesco Datini, mi sembra di raccontare quelle che sono le peculiarità che contraddistinguono un volontario. Dal suo primo lascito, mille fiorini d’oro, inizia la storia di un luogo di accoglienza, di figli abbandonati alla nascita, unico al mondo: l’Ospedale degli Innocenti a Firenze.

Ma cosa c’entra tutto questo con la conclusione di un progetto di promozione dell’agire volontario con le scuole superiori delle province di Pescara e di Chieti che ha interessato oltre 400 ragazzi?

L’idea ci è venuta perché nel 2019 abbiamo visto, al Meeting di Rimini, la mostra Il Rinascimento dei Bambini, realizzata dal Banco Farmaceutico e curata da Mariella Carlotti, che racconta questa avventura umana.

Cosa ci dice questa iniziativa? Che come da un seme, dalla somma donata da Datini (pur non sufficiente a realizzare l’ospedale, ce ne volle una trenta volte maggiore), può nascere qualcosa di inimmaginabile se cade su un terreno fertile. Proprio come ci auguriamo che dal piccolo seme nato dalle esperienze dei ragazzi, possa nascere, nel loro cuore, il desiderio di impegnarsi nel volontariato.

Come primo segno c’è il fatto che ben 15 studenti saranno tra le guide della mostra.

Il volontariato non è un impegno residuale, da fare a “tempo perso”, ma una esperienza di bellezza e di umanità che arricchisce la persona in ogni sua relazione e attività. Cambia il modo con cui ci poniamo di fronte alle circostanze, ci fa connettere l’azione con lo scopo per cui la facciamo, ci fa comprendere che da soli si fa ben poca strada ma con gli altri tutto cambia e diviene, dentro la inevitabile fatica della relazione, occasione di un di più anche per se stessi.

Nella mostra vediamo che carità, gratuità e bellezza costituiscono il terreno fertile con cui si sviluppa una comunità, fino a divenire popolo, cioè cittadini che, in forza di un ideale, si riconoscono appartenenti.

Straordinario il fatto che “l’ospedale”, cioè un luogo di accoglienza, è stato progettato da Brunelleschi all’apice della sua fama. Inoltre, in esso ci sono opere d’arte di inestimabile pregio realizzate da autori quali Botticelli, Ghirlandaio, Della Robbia e tanti altri. Tutto questo per ospitare chi? Un nobile, un principe? No, dei neonati abbandonati nella finestrella realizzata per ricevere i piccoli ospiti.

L’esempio degli Innocenti ci sprona a impegnarci davvero perché nei nostri territori si ritorni a essere comunità, perché si possa far rifiorire l’ideale, a volte sopito sotto la coltre di un consumismo pervasivo che ci ha confusi. Desideriamo, spesso, ciò che è superfluo e dimentichiamo ciò che ci fa vivere da persone: uomini e donne consapevoli di un destino comune e impegnati nella costruzione di una società più vera, più giusta e più bella.

Mai come in questi giorni, con  l’invasione dell’Ucraina, è stato risvegliato in noi il desiderio di pace. Al tempo stesso constatiamo come siamo legati a posizioni preconcette che non ci fanno più vedere neanche i fatti. Siamo come quadri di Magritte che parlano della condizione umana, confusi tra ciò che crediamo sia e ciò che davvero è.

Questa mostra ci fa recuperare il senso della realtà, tanto che “gli Innocenti” sono ancora attivi da seicento anni avendo dato una famiglia, sì proprio una famiglia attraverso il nome e cognome, l’istruzione, l’accompagnamento al lavoro e finanche la dote alle donne, a cinquecentomila orfani fino a oggi.

La mostra è allestita dal 21 al 30 aprile a Pescara, nei locali della Fondazione PescarAbruzzo, in pieno centro, in corso Umberto I. Dal 5 all’11 maggio, invece, sarà trasferita nei locali della Provincia di Chieti in corso Marrucino.

All’esposizione hanno dato il proprio patrocinio, oltre alla Fondazione PescarAbruzzo, il Consiglio regionale d’Abruzzo, i Comuni di Pescara e Chieti, le Province di Pescara e Chieti, l’Ufficio scolastico territoriale di Chieti e Pescara, il Forum Terzo Settore, il Centro Culturale di Pescara.

Parte delle opere protagoniste della mostra "Il Rinascimento dei Bambini"

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