di Giuliana Parodi – 2 febbraio 2024

Focus on. Economia Civile

 L'intervento di Giuliana Parodi, già professore ordinario di politica economica all’Università d’Annunzio di Chieti-Pescara e autore, coautore, coeditore di numerosi articoli e libri sui temi della economia della disabilita e dell’inclusione sociale.

Cos’è la disabilità? Come affrontarla? Come si deve porre il legislatore? La Convenzione Onu sui Diritti delle persone con disabilità è molto esplicita: “Le persone con disabilità includono quanti hanno minorazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali a lungo termine che, in interazione con varie barriere, possono impedire la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su una base di eguaglianza con gli altri” (La Convenzione dell’Organizzazione delle Nazioni unite e il Protocollo opzionale sono stati ratificati con la legge numero 18 del 2009).

Sembra che molte barriere impediscano questa situazione di eguaglianza con altri: gli studi che si occupano della condizione socio-economica delle persone disabili concordano nell’identificare impressionanti regolarità riguardanti la condizione reddituale, occupazionale e di povertà delle persone disabili e delle loro famiglie, che permangono al di là degli aspetti istituzionali dei singoli Paesi studiati. Le famiglie con persone disabili, se confrontate con altre, hanno in media reddito più basso, si trovano con maggior frequenza in situazione di povertà, se cadono in situazione di disagio, hanno poi maggior probabilità di rimanere povere. Nel complesso, infine, hanno una minor partecipazione al mondo del lavoro.

Negli anni Novanta dello scorso secolo c’è stato nel mondo occidentale un vivace interesse verso la disabilità (American with disability Act, Usa 1990; Disabilty Discrimination Act, UK, 1995), e in quegli anni l’Italia ha promulgato due leggi molto avanzate nella direzione dell’inclusione totale delle persone disabili, e della rimozione delle barriere: la 104/92 sull’istruzione, che garantisce la frequenza alla stessa scuola a tutti gli alunni, e la 68/99 che disciplina la realizzazione del diritto al lavoro per le persone disabili.

L’Italia da qualche anno mostra una rinnovata attenzione verso la disabilità, di cui si possono evidenziare alcune date importanti. Nel 2019 fu istituito il ministero per le Disabilità, due anni dopo fu approvata la legge delega 227/2021, che affida ai decreti delegati il legiferare entro la primavera 2024 su importanti questioni: sulla definizione di disabilità, seguendo le linee guida di valutazione multidimensionale; sulla informatizzazione dei processi valutativi e di archiviazione come strumenti di facilitazione; sulla riqualificazione dei servizi pubblici in materia di inclusione e accessibilità (il 1° maggio 2023 è stato approvato, in esame preliminare, il decreto delegato); e prevedendo l’istituzione di un Garante nazionale delle disabilità (decreto istitutivo del 17 luglio 2023 dal Consiglio dei ministri). Inoltre, il primo maggio di quest’anno il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge “Misure urgenti per l’inclusione sociale…” che istituisce un fondo per contributi agli enti del Terzo Settore che nel 2023 assumano persone disabili con età fino a 35 anni con contratto a tempo indeterminato. È molto importante non perdere di vista lo spirito di inclusione totale previsto dalle leggi numero 104 del 1992 e numero 68 del 1999 e non permettere che la cronica insufficienza di risorse ad esse destinate ne riduca la portata. Preoccupano alcune scelte significative: in campo educativo, l’introduzione, poi parzialmente rimossa, della possibilità di esonero per alcune materie/orario scolastico per alcuni alunni disabili sembra confondere l’onere con il diritto alla frequenza scolastica.

In campo lavorativo, negli anni non si sono voluti affrontare i principali nodi che compromettono il funzionamento della legge stessa, e cioè si applica solo ad aziende con almeno quindici dipendenti, ignorando la grande percentuale di piccolissime aziende nel tessuto aziendale italiano; inoltre la penalità per la non assunzione è spesso più bassa dei costi trasformativi connessi con l’assunzione, a cui consegue un’alta percentuale di posti vacanti, anche negli enti pubblici, su quelli destinati a persone disabili.

Invece di cercare di intervenire su questi punti deboli, negli anni si è preferito incoraggiare il lavoro di persone disabili nelle cooperative di tipo b che, gli studi lo dimostrano, offrono ben poca osmosi con il più vasto mondo del lavoro. Ci auguriamo che i decreti che si occuperanno degli altri punti della legge delega tengano conto della rimozione delle barriere verso una piena partecipazione nella società sulla base di eguaglianza con gli altri.

Oltre all’interesse legislativo, si osserva anche un recente e accresciuto coinvolgimento della società civile nell’attenzione alla disabilità. Spicca la recente promozione del primo Expo Aid – “Io, persona al centro”, che si è tenuto a Rimini proprio lo scorso settembre, che è stato definito come il più grande evento istituzionale, che coinvolge il mondo del Terzo settore e dell’associazionismo italiano, per parlare di piena attuazione della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, partecipazione alla vita sociale, politica e civile di ogni persona e valorizzazione dei talenti e delle competenze di tutti.

Si è trattato di un importante momento di confronto tra istituzioni e mondo del Terzo settore, in cui volontariato, famiglie, persone con disabilità hanno potuto portare la propria voce nell’elaborazione delle linee guida del Piano nazionale sulla disabilità. L’appuntamento nazionale ha coinvolto l’associazionismo per la piena attuazione della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, in vista della costruzione di un progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato. Sono tre le parole chiave che sottolineano l’importanza di un coinvolgimento e di un protagonismo dell’interessato e al contempo l’attenzione alle sue specifiche peculiarità e alla partecipazione coordinata di più professionisti in diverse discipline, per realizzare questo progetto.

Si è parlato quindi di progetto di vita, salute e lavoro, sport, disturbi del neurosviluppo, salute e benessere sociale, non dimenticando l’accessibilità universale, luoghi della cultura e turismo inclusivo a sottolineare la dimensione dell’intrattenimento quale elemento fondamentale nella costruzione di una rete sociale per il proprio benessere psico-fisico, ma anche la realizzazione di una piena inclusione nel contesto in cui si vive. Ancora una volta, gli enti del terzo settore, e il volontariato in particolare, hanno dimostrato di aver molto da dire e da offrire alle società tutta, e alle persone disabili in

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