di Alberto Lucchin – 31 marzo 2022

Ecco come accogliamo i profughi ucraini a Danzica, Capitale Europea del Volontariato 2022

 Intervista a Monika Chabior, vicesindaca di Danzica, città chiamata quest'anno a rappresentare lo spirito del volontariato europeo e oggi primo rifugio per migliaia di profughi ucraini

“No, non posso emozionarmi. C’è un’emergenza, non ce n’è il tempo”. Non c’è spazio per le lacrime, bisogna rimanere concentrati e continuare a dare il meglio di sé per chi sta davvero soffrendo. È un pensiero crudo, freddo, forse anche criticabile, ma è quello di chi sta vivendo giorno per giorno la più grande crisi umanitaria dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. A parlare è Monika Chabior, vicesindaca di Danzica, rivolgendosi lo scorso 8 marzo a Bruxelles al mondo del volontariato, riunito per l’Assemblea Generale del Centro Europeo del Volontariato.

Avrebbe dovuto trovarsi lì per parlare della sua città, di come Danzica sta vivendo il suo anno da Capitale Europea del Volontariato, raccontando le attività messe in campo per promuovere i valori della solidarietà. Invece, ha dovuto concentrare il suo intervento su quello che Danzica e la Polonia stanno vivendo: come sostenere ed aiutare ogni giorno centinaia di migliaia di persone che scappano dalle proprie case, a causa della guerra in Ucraina. Danzica, cittadina sul mare con poco meno di 600mila abitanti, non è nemmeno una città vicina al confine con le zone di guerra, ma in appena 12 giorni hanno dovuto accogliere oltre un milione di persone. Cifre che oggi sono persino aumentate.

Che situazione state vivendo ora e come vi state muovendo?
“A causa degli attacchi russi nella loro terra in Ucraina, milioni di rifugiati stanno fuggendo nei Paesi confinanti, inclusa la Polonia. Oltre un milione di rifugiati hanno trovato asilo in Polonia negli ultimi 12 giorni, molti dei quali si fermano nelle città di confine o nella capitale Varsavia, ma lentamente molti si stanno spostando nel resto del Paese, inclusa la città di Danzica. Allo stato attuale, ne abbiamo già ospitati alcune migliaia.

Subito dopo l’inizio del conflitto, la nostra comunità si è attrezzata per ospitarli. Abbiamo adattato la piattaforma di aiuto e coordinamento nata durata la pandemia Covid per sostenere la popolazione locale “Gdansk Pomaga”, creando così “Gdanks Pomaga Ukrainie(in italiano “Danzica Aiuta gli Ucraini”, ndr). Nelle prime 48 ore dall’apertura, abbiamo cominciato una raccolta fondi per creare dei convogli umanitari con beni di prima necessità. Nello stesso sito, inoltre, alle persone che si vogliono iscrivere abbiamo inserito una domanda specifica: ‘Vuoi dare una mano o hai bisogno di aiuto?’.

Sinora, abbiamo ricevuto più di sei mila candidature di volontari, alcuni dei quali offrono un tetto ai rifugiati oppure mettono a disposizione le proprie abilità. Si sono proposti interpreti, avvocati, psicologi, personale medico. Abbiamo allestito una struttura di accoglienza, dove trovare un riparo e consegniamo dei voucher con cui le persone possono acquistare quello di cui hanno bisogno. Per assistere i bambini, abbiamo organizzato una squadra composta da volontari e professionisti per dare loro il sostegno necessario, gestendo anche quelli che durante la fuga hanno perso il contatto con i propri genitori e parenti. In Polonia sono arrivati già circa 400 orfani provenienti dagli orfanotrofi ucraini, le autorità li stanno redistribuendo in tutto lo Stato”.

Danzica è la Capitale Europea del Volontariato del 2022, immagino aveste altri piani per quest’anno…
“Questa emergenza non ha stravolto il nostro programma. Abbiamo deciso di dedicare questo 2022 a migliorare e rafforzare la nostra comunità, crediamo che il nostro tessuto associativo sia in grado affrontare questa sfida. La definizione di ‘volontariato’ è molto ampia: ci sono i volontari attivi nel mondo delle associazioni e quelli ‘liberi’, non legati a specifiche organizzazioni, come ad esempio gli attivisti. Questa emergenza non ha cambiato questa definizione, sappiamo che abbiamo a disposizione un grande patrimonio umano, dove tutti servono.

Stiamo programmando una grande conferenza per la visita studio di ottobre, in cui parleremo di come avremo affrontato questa emergenza. Penso che tutto questo ci permetterà di migliorare alcuni aspetti del volontariato, non solo l’aspetto normativo, ma anche dal punto di vista politico e culturale. Cambieranno le priorità, certo, perché il volontariato umanitario avrà un ruolo primario, imposto da quello che stiamo vivendo, ma la nostra idea è che in ogni caso come Capitale del Volontariato continueremo a lavorare sulla promozione del volontariato stesso. Stiamo lavorando sull’ambito scolastico, su quello ambientale. Come società civile, questa emergenza rafforzerà anche il nostro spirito solidaristico e la nostra autostima”.

Di cosa avete bisogno a Danzica per andare avanti nella gestione dell’emergenza?
“Che i rifugiati sappiano che l’Europa li sta aiutando e supportando. Avere aperto i confini penso che sia stata una decisione giusta, dando a queste donne e uomini che scappano dalla guerra la consapevolezza che l’Unione Europea c’è. Magari non se ne renderanno conto ora, visto il proprio stato d’animo e le preoccupazioni che stanno vivendo; molti, inoltre, magari vorranno rientrare nel proprio Paese non appena potranno, ma ritengo che sia stata una scelta importante”.

Nel corso dell’assemblea dei soci del Centro Europeo del Volontariato del 7 e 8 marzo 2022 è stata approvata una nota congiunta di ringraziamento ai volontari e di appello per la pace in Ucraina, visibile a questo link.

Volontarie di Danzica preparano la prima accoglienza dei profughi ucraini - © CEV Centre for European Volunteering

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