di Marco Benedettelli – 10 marzo 2022

Verso l'Ucraina, con lo "stile" della piccola associazione

 La guerra ha attivato la grossa macchina della solidarietà internazionale. Piccole associazioni locali sono però spesso spina dorsale di questi complessi interventi. Porto Recanati Solidale è tra queste e parte oggi con due furgoni carichi di solidarietà. VDossier li ha intervistati.

Sono partiti oggi 10 marzo 2022, destinazione Sighetu Marmației, una località rumena del nord, al confine dell’Ucraina. I sei volontari di Porto Recanati Solidale hanno stipato due furgoni con beni di prima necessità raccolti secondo un elenco dettagliato, per dare supporto ai profughi che in queste ore trovano rifugio in un orfanotrofio rumeno dove tutte le camerate sono state aperte per l’accoglienza.

Ma servono vestiti, cibo, coperte. “Altri operatori alla frontiera ci hanno fornito informazioni calibrate sui bisogno più urgenti”, racconta Giampiero Cappetti, il presidente di Porto Recanati Solidale. La sua  Odv affronta la missione dopo diverse esperienze in zone di crisi, all’estero come in Italia: “La prima tappa del nostro viaggio umanitario è a Modena, dove ci uniremo agli operatori della fondazione Time 4 Life, e poi proseguiremo insieme fino al confine, dai profughi – continua –  Collaboriamo con Time 4 life dalle nostre prime missioni nel 2016, al campo profughi di Kilis, confine turco siriano. Oggi torniamo a collaborare con i nostri amici modenesi”. 

Porto Recanati Solidale e Time 4 Life sono solo alcune delle realtà del volontariato italiano che in questi giorni hanno attivato colonne umanitarie per portare supporto ai profughi di questo nuovo, atroce conflitto. Negli anni, missione dopo missione, numerose organizzazioni hanno stretto collaborazioni dando vita a una rete informale dove ci si scambiano notizie preziose, si condividono rotte, strategie e interventi. Questi giorni il gruppo modenese e portorecanatese è in contatto con la Odv Ohana, che da Novara è in viaggio per far arrivare medicinali a Leopoli e portare assistenza ai profughi sul confine polacco e slovacco con l’Ucraina.

Recarsi direttamente sui luoghi dell’accoglienza profughi, metterci i propri mezzi, le proprie gambe, è fondamentale: “Lo abbiamo sempre fatto perché così si è certi che quanto raccolto grazie alla solidarietà dei donatori finisca nelle mani giuste, senza il rischio di essere risucchiato dal mercato nero – ribadisce Cappetti – E poi una volta sul luogo ci si rende meglio conto dei bisogni dei profughi, in modo da effettuare interventi mirati, persino ad personam”.

Non solo beni di necessità in arrivo sui furgoni dalle Marche. Porto Recanati Solidale ha attivato anche una raccolta fondi specifica, per fare acquisti sul luogo, a seconda delle esigenze intercettate. “Rispetto alle grandi organizzazioni umanitarie e Ong, realtà più piccole come la nostra in contesti del genere hanno un ruolo di supporto – spiega Giampiero Cappetti –  Ci integriamo a loro e facciamo lo sforzo di coprire quei bisogno capillari su cui le grandi organizzazioni con i loro fondamentali interventi, più strutturati e massivi, non riescono ad arrivare. Se una singola persona nell’orfanotrofio di Sighetu avrà una esigenza, noi cercheremo di venirle incontro. Che sia cibo per celiaci o specifici prodotti per l’igiene, ad esempio”.

È dal 2016 che Porto Recanati solidale interviene nelle zone di crisi. L’Odv è nata con il sisma del centro Italia e da allora sono state un centinaio le missioni curate tra le Sae e i container. Poi dall’Italia il raggio di intervento si è allargato, nel segno della solidarietà senza confini verso i troppi fronti di crisi che costellano l’Europa. Ci sono stati i viaggi al confine turco siriano nel campo profugo di Kilis, l’ultima questo febbraio e poi a Bihać, sulla rotta balcanica in Bosnia ed Erzegovina. Altri a favore dei campi profughi greci, con l’invio di prodotti ad Atene. Lo scorso novembre l’Odv è arrivata sul complicatissimo confine fra Bielorussa e Polonia.

Porto Recanati Solidale ha fatto valere la propria capacità d’azione anche durante le fasi più acute della pandemia, “ quando abbiamo prestato supporto alla Protezione Civile locale”, continua Cappetti. In vista della colonna umanitaria verso l’Ucraina sono stati invece i volontari del gruppo comunale Protezione civile portorecanatese a lavorare fianco a fianco con l’associazione, contribuendo alla logistica: dalla raccolta di prodotti nei supermercati, alla selezione nella sede dell’associazione dei beni raccolti.

Ora si parte, direzione Sighetu Marmației, “mia figlia di 26 anni parteciperà alla missione come volontaria”, racconta Cappetti, lungo le strade di un continente fatto di persone che sognano e vogliono la pace.

Nell’immagine Porto Recanati Solidale in partenza per il confine ucraino

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