di Marco Travaglini – 10 marzo 2022

Dal personale all’universale

 La storia dell’associazione dell'Aquila che nasce dal parchetto e ora si occupa di ambiente. Giovanissimi che si impegnano per il benessere dell'uomo nella natura

La storia dell’associazione che nasce dal parchetto e ora si occupa di ambiente

6 aprile 2009. Alle 3.32 un boato scuote la città dell’Aquila con una scossa di terremoto. Quei 23 secondi lasciano 309 morti, 200 feriti e centinaia di edifici distrutti. Sgretolati come il tessuto sociale che da un giorno all’altro si ritrova senza piazze, senza vicini di casa, senza punti di riferimento.

In questo quadro, un gruppo di bambini e ragazzi cerca la normalità nelle piccole cose, come un parchetto superstite dove ritrovarsi per giocare. Nel 2014 anche quello spazio viene negato. I ragazzi danno vita a mobilitazioni per raccontare ai concittadini cosa stesse succedendo. Raccolte firme, incontri con l’assessore, ma in piena estate il parchetto viene chiuso e si torna sparpagliati e smarriti come nel 2009. 

A quel punto la decisione di trasformare un’esperienza negativa in qualcosa di positivo per la collettività. Ricreare lo spazio di aggregazione con iniziative, tornei, progetti. Insieme, anche quando manca la terra sotto i piedi.

Mirko Ludovisi era uno di quei bambini, ora ha 21 anni, studia filosofia all’Università degli Studi dell’Aquila ed è presidente dell’associazione “Ju Parchetto Con Noi (“Ju” in dialetto aquilano significa “il” ndr), l’associazione di promozione sociale nata nel 2018 da quella esperienza.  Mirko racconta come si siano trovati a condividere una linea di impegno civico, con la voglia di dire alla città che i giovani non sono solo quelli che vanno via, ma anche quelli che scelgono di restare in una città così colpita. Ecologia, aggregazione, inclusione, solidarietà sono le parole chiave sulle quali si incardina il lavoro dell’associazione: “Dal nostro punto di vista una campagna ecologica non serve solo a sensibilizzare nei confronti delle tematiche ambientali ma anche a generare aggregazione giovanile” spiega Mirko. Alla prima giornata ecologica che hanno organizzato si sono presentate tre persone.  Nelle successive sempre di più: sei, dieci… Sette mesi dopo erano più di trenta. A novembre 2021, Ju Parchetto Con Noi ha organizzato 22 giornate ecologiche coinvolgendo volontari di tutte le età. L’associazione raccoglie segnalazioni da parte dei cittadini e ripulisce luoghi che versano in stato di degrado. “Abbiamo iniziato un po’ per gioco, ma cercando di fare qualcosa di importante. – spiega Mirko – Ora organizziamo incontri nelle scuole per sensibilizzare al rispetto dell’ambiente e dei luoghi comuni, all’utilizzo della raccolta differenziata e ad altri temi ambientali”.

Dal messaggio ecologista a quello di interesse sociale. Ju parchetto con Noi, infatti, collabora con Special Olympics Team L’Aquila,  l’organizzazione sportiva per le persone con disabilità intellettiva, contaminando le reciproche esperienze e attività. Insieme sono impegnati nel progetto “Il giardino del riciclo”, un laboratorio per realizzare oggetti utili alla vita quotidiana e alle decorazioni natalizie con materiale di recupero.

Mirko ci tiene a specificare che impegnarsi significa cercare di cambiare una piccola parte delle cose, è un atto di ribellione, un mettersi di traverso rispetto a un qualcosa che non va: “le attività che svolgiamo sono declinate su questo senso di ribellione”.

Manuel De Libero, 24 anni, studente di fotografia all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, è il vice presidente dell’associazione e ci ricostruisce il contesto in cui Ju Parchetto abbandona la fase movimentista per abbracciare la sua vocazione green: “esistevano altre realtà che si occupavano di aggregazione, una necessità molto sentita nel contesto post sisma, ma abbiamo pensato che l’ambiente fosse l’argomento capace di mettere in relazione tutti. Tutti viviamo nello stesso mondo. Il torneo di calcetto è di nicchia: c’è a chi piace il calcio e a chi no. Sono attività che creano aggregazione, ma non comprendono tutti. Invece non c’è nessuna scusa per dire che l’ambiente non mi piace. Riguarda tutti”.

All’epoca della costituzione di Ju Parchetto, la mobilitazione dei giovani per il clima non era ancora esplosa: “Il fenomeno Greta Thunberg inizia nel gennaio 2019 – ricorda Mirko – Il boom mediatico inizia con lei, tra i giovani non c’era tutta questa consapevolezza. La maggior parte dei nostri coetanei ci prendeva in giro, non ci capiva. Pian piano hanno iniziato a capire sia l’importanza di quello che facevamo noi nel particolare, sia il rispetto dell’ambiente più in generale. Oggi, dopo tre anni, c’è più consapevolezza del tema ma la strada è ancora lunga”.

Soprattutto rimane lo scarto tra sostenere le azioni di Greta e attivarsi in prima persona: “Nel 2019 abbiamo organizzato una giornata ecologica di sabato – racconta Manuel – il giorno successivo al Friday for Future che aveva radunato in piazza moltissimi giovani: alla nostra iniziativa, di quelle persone, non c’era nessuno”.

L’azione condivisa è il  motore per cambiamento, secondo Ju  Parchetto con noi, come per The Black Bag, l’associazione di Genova che lavora sugli stessi temi [link]: “Non fermiamo il cambiamento climatico andando a raccogliere rifiuti o ripulendo piccole aree della città, ma diamo un messaggio forte: se una persona smette di buttare rifiuti in strada dopo aver visto quello che facciamo, si tratta già di un piccolo risultato raggiunto”.

Manuel ritiene che l’argomento di discussione principale tra i ragazzi sia il rispetto dell’ambiente e che la Cop26, a prescindere dall’esito, abbia generato un forte dibattito. La risposta blanda della politica non sembra preoccuparlo: “Mi fido di noi. Se non ci fermiamo qualcosa di buono riusciamo a farlo. Anche se i grandi del mondo non si mettono all’opera, è bene sapere che dietro di loro ci siamo noi, associazioni del mondo intero, che possiamo fare qualcosa”.

La convinzione è che un domani i governanti dovranno assecondare le richieste dei futuri elettori, gli adolescenti di oggi, che saranno anche “gretini”, ma stanno crescendo con la consapevolezza di un problema urgente, che riguarda le generazioni future e che richiede risposte concrete non più procrastinabili.

Volontari al lavoro all'Aquila

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