di Silvia Gheza – 15 gennaio 2024

"Famiglie in rete", se il logo viene dai giovani

 Da Brescia a Catania, da Nord a Sud, isole comprese, l’immagine-simbolo del progetto nazionale “Famiglie in rete” è stato realizzato da studenti per rilanciare i temi della salute mentale, abbattere i pregiudizi e lo stigma, proprio a partire dalla scuola

Sedici le regioni italiane in cui già opera, quattordici le associazioni che riunisce, seicentosessanta gli aderenti. Si chiama “Famiglie in rete”, è un’associazione di associazioni ed è nata ufficialmente nel luglio 2021. Il cuore del progetto sta tutto nel nome: collegare realtà non profit impegnate nell’ambito della salute mentale e operative al fianco dei pazienti psichiatrici, tutte caratterizzate però dall’essere costituite esclusivamente da familiari e utenti. Una caratteristica identitaria che funge da elemento di centralità strategica. Infatti questa specificità, unica in Italia, consente, oltre a un generativo scambio di informazioni tra le realtà partecipanti, che il progetto e le sue battaglie vengano meglio accolte sui tavoli istituzionali a carattere regionale o nazionale.

Per arrivare al traguardo dello Statuto condiviso e delle azioni programmatiche co-progettate, “Famiglie in rete” ha attraversato il periodo buio del Covid, ha superato lo stop delle riunioni preparatorie imposto dal lockdown e si è impegnata per far fronte alle urgenze derivate dalla pandemia. Il primo momento in cui è stato possibile, appunto nell’estate del 2021, si è costituita con sede a Catania e con una grossa partecipazione di enti siciliani.

Nel frattempo, tra emergenze e difficoltà, la questione “logo” era stata tralasciata. Mancava – sul sito web, sulla carta intestata – quell’immagine che avrebbe dovuto rappresentare il primo “biglietto da visita” della nuova associazione, quell’immagine che avrebbe dovuto raccontare la complessità della missione e delle attività portate avanti in modo strutturalmente organizzato da un gran numero di enti in un gran numero di territori. Ed ecco che l’idea che prende piede, non facile da realizzare, è quella di indire un concorso al quale invitare le Scuole di Grafica e Comunicazione dell’intera Italia per far modo che il logo, già destinato per definizione a unire le tante “anime” di “Famiglie in rete”, fosse capace – anche – di unire generazioni ed esperienze diverse. 

Il concorso è stato un successo. Circa 200 gli elaborati “in gara”. Ardua la scelta, perché i giovani artisti che si sono impegnati a immaginare il logo di “Famiglie in rete”, come singoli o in gruppi di lavoro, avevano tutti tanto da dire, tante idee da esprimere, tante sfumature da far emergere, tante visioni da raccontare. E tutto ciò nonostante l’oggettiva difficoltà posta alla base del concorso. Ragazzi e ragazze, infatti, hanno dovuto farsi ispirare direttamente dallo Statuto dell’associazione, lettura impegnativa non tanto per le ovvie rispondenze giuridiche e regolamentari dell’atto, quanto proprio per la caratteristica insita nell’oggetto dell’associazione. “Famiglie in rete” infatti si pone obiettivi ambiziosi e fondamentali: diffondere la conoscenza e la riflessione sui temi della salute mentale, abbattere i pregiudizi e lo stigma sociale nei confronti delle persone affette da patologie psichiatriche, in tutti i contesti, a partire proprio dalla scuola.

“Per evolvere bisogna comunicare e per comunicare bisogna essere riconoscibili anche attraverso un simbolo”, spiegano ad una voce la presidente Concetta Vaccaro (Associazione “Famiglie per la vita” di Catania) e la vicepresidente Antonella Algeri (Associazione “Abbraccialo per me” di Capo d’Orlando). “Famiglie in rete è una rete strutturata che favorisce la comunicazione e lo scambio di esperienze positive così da supportare la diffusione delle buone pratiche, ma anche delle informazioni, tra le associazioni e le persone aderenti. Fare rete è fondamentale per aumentare l’efficacia delle azioni, e per riuscire ad essere interlocutori di rilievo per le Istituzioni. E altrettanto fondamentale è essere riconoscibili e riconosciuti appunto come ‘rete’, come gruppo di realtà e persone fisiche che non rinunciano alla propria autonomia operativa, ma si mettono insieme per dare maggiore forza alla propria voce e al proprio operato”.

Nel logo, quindi, avrebbero dovuto trovare espressione tanti significati tutti importanti, come il valore della rete, la tematica della salute mentale, il protagonismo dei diretti interessati e dei loro familiari, la volontà di porsi come interlocutore unico in tutta Italia, nelle diverse comunità e con le diverse Istituzioni. 

“Per noi – continuano – il logo era ed è uno strumento di comunicazione primario, indispensabile. Avremmo voluto poter adottare praticamente tutti e duecento gli elaborati che ci sono stati mandati, tutti di grande impatto, e, soprattutto, tutti capaci di trasmettere l’impegno e la passione con cui i giovani concorrenti hanno affrontato la sfida. Ma, naturalmente, abbiamo dovuto sceglierne uno solo. E di quello scelto siamo a dir poco felici”.

La scelta, neanche a farlo apposta, è anch’essa un “ponte”, una prova di unione. La giuria, composta da membri dell’associazione e da un esperto esterno, l’architetto Pasquale Tornatore, ha scelto infatti il logo presentato da un ragazzo di Desenzano del Garda, Tommaso Cecchi, classe 3K, dell’I.I.S.S. Bazoli Polo. Dalla provincia di Brescia, quindi, è arrivata l’immagine simbolo dell’associazione con sede legale in Sicilia, Sud e Nord si sono parlati e si sono compresi, a conferma dell’importanza dell’impegno sociale e della sua capacità di travalicare distanze di ogni tipo.

“Ed è di vero cuore – concludono Vaccaro e Algeri – che vogliamo ringraziare il giovane Tommaso Cecchi, il docente referente Antonio Galantino, le docenti coinvolte nel progetto Alessia Vi Conter e Monica Masucci e la dirigente scolastica Stefani Battaglia, perché tutti noi ci riconosciamo appieno in questo logo, selezionato per la sua efficacia. La sua sintesi grafica rappresenta bene l’idea dell’unione delle famiglie in rete, con la forma circolare idealizzata da tre braccia di tre persone diverse, che si intersecano quasi toccandosi, utilizzando tre colori diversi – oro, blu e amaranto – molto in armonia tra loro”.

Ormai adottato, il logo campeggia già nei media dell’associazione, a partire dal sito web.

Il logo del progetto nazionale "Famiglie in rete"

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