di Anna Donegà – 7 dicembre 2021

L'evoluzione del Servizio Civile Universale

 Il programma, varato nel 2001, è cresciuto non solo in termini di numeri. È volano di occupazione (+12% di possibilità in più di trovare impiego a fine servizio), di avvicinamento alla Politica e luogo dove la parità di genere è pratica quotidiana

Nel 2021 il Servizio Civile ha compiuto 20 anni.

Tanti ne sono passati dalla L. 64/21 che ha istituito il Servizio Civile Nazionale come “un servizio volontario destinato ai giovani dai 18 ai 26 anni, aperto anche alle donne”. Un traguardo importante figlio del diritto all’obiezione di coscienza riconosciuto nel 1972.

Il primo bando emanato nel 2001 prevedeva la selezione di 396 volontari; l’ultimo ha visto in servizio, nel corso del 2021, quasi 56.000 operatori in Servizio Civile.

Questi numeri danno il senso della crescita di un istituto ritenuto sempre più strategico nella formazione delle nuove generazioni e che a partire dal 2017 – anno in cui il Servizio civile da nazionale è divenuto “universale” – fino ai nostri giorni è oggetto di una serie di riforme che stanno trasformando il Servizio Civile Universale (SCU) sempre più a misura delle nuove sfide e delle esigenze delle ragazze e dei ragazzi.

Marco De Giorgi, Consigliere di ruolo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, da aprile 2021 Capo Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, intervenuto a fine settembre a Solidaria nell’evento promosso da CSEV – Coordinamento Spontaneo degli Enti di Servizio Civile del Veneto, ha così evidenziato le linee di evoluzione: “Il Servizio Civile può portare un contributo essenziale nella fase di rinnovamento e ricostruzione che stiamo vivendo nel nostro Paese per il grandissimo impatto sociale che ha sui territori. È altrettanto fondamentale che il Servizio Civile rappresenti sempre più un’occasione per far maturare nuove competenze ai giovani, comprese tutte le competenze trasversali e le competenze utili ad affrontare le sfide indicate dal PNRR: la sfida digitale e la sfida ecologica. Il nostro obiettivo è spingere i ragazzi a cavalcare queste due sfide. Per questo abbiamo messo in campo nuove sperimentazioni: il Servizio Civile digitale – già attivato e sperimentato anche durante il lockdown – e il servizio civile ambientale, di prossima attivazione. A questo si affianca un impegno importante sul campo della formazione che già è un capitolo fondamentale nei programmi e nei progetti del Servizio Civile. L’obiettivo è che diventi sempre più focalizzata all’acquisizione di competenze, tanto che stiamo lavorando a forme sperimentali di certificazione in modo da irrobustire il curriculum e migliorare l’occupabilità dei nostri ragazzi”.

Ed in tema di occupabilità i dati raccolti da INAPP – Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche – e presentati a maggio 2021 sono già significativi. L’occupabilità di chi ha svolto l’anno di Servizio Civile è in media più alta del 12% rispetto ai coetanei e il 60% dei volontari risulta occupato a due anni dall’esperienza.

Un altro ambito in cui l’esperienza di Servizio Civile dimostra di fare la differenza è la partecipazione e l’avvicinamento all’impegno politico.

Valentina Veneto, attuale rappresentante nazionale dei ragazzi e delle ragazze in Servizio Civile Universale, su questo aspetto è chiara: “La rappresentanza dei volontari è esercizio di democrazia ed è tale quando ha la capacità di dare reale ascolto ai ragazzi e alle ragazze e portare le loro istanze a livello politico. La riduzione dalle 30 ore settimanali alle 25, l’introduzione dell’attestato di fine servizio e i permessi straordinari per gli esami universitari sono solo alcune delle richieste raccolte in tutta Italia e divenute già operative. E non basta. E’ grazie alla partecipazione se per l’anno in corso si sono riusciti ad ottenere 300 milioni invece dei 100 milioni iniziali per il Servizio Civile, triplicando le opportunità per i giovani”.

Questi traguardi sono stati raggiunti in particolare negli ultimi due anni, caratterizzati da un altro significativo cambiamento. Per la prima volta è stata una donna e una rappresentante dei ragazzi in SCU a presiedere la Consulta nazionale per il Servizio Civile. Un’evoluzione storica se si considera che la Consulta è un organismo nato nel 1998, quando le donne non potevano ancora svolgere il Servizio Civile. Feliciana Farnese ha quindi aperto una strada nuova: “Con la riforma del 2017 si è aperta una stagione proficua di rinnovamento per il Servizio Civile ed era il momento giusto per poter agire a livello politico. Sono convinta che i percorsi di partecipazione – tra cui il Servizio Civile – servano anche ad aumentare la vicinanza alle istituzioni”.

Di riforme, partecipazione e nuove prospettive per il Servizio Civile si parlerà il 15 dicembre agli “Stati generali del Servizio Civile”, una giornata nazionale con enti, istituzioni e operatori promossa dal Dipartimento per riflettere sul futuro del Servizio Civile in Italia.

Di seguito, le registrazioni dei lavori della giornata dedicata al Servizio Civile Universale nell’edizione 2021 del Festival SOLIDARIA – La città della solidarietà:

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