I Centri di servizio per il volontariato hanno individuato quattro linee direttrici strategiche per orientare i cambiamenti nelle comunità in cui sono attive. Sono il frutto di una ricognizione costruita dai Csv italiani con il coordinamento di CSVnet sulle priorità di azione, andando oltre e affiancando l’opera di servizio che continuano a fornire al volontariato in tutto il Paese. La prima sfida è quella di promuovere l’emergere di nuovi protagonismi e di rinnovare le leadership nelle associazioni e il ricambio generazionale nel volontariato. Poi sostenere il protagonismo del volontariato nella co-programmazione delle politiche di welfare con particolare riferimento alla salute; favorire il ruolo del volontariato nel contrasto allo spopolamento delle aree interne e rilanciare nuovi modelli di economia civile nei territori. Direttrici verso cui i Csv stanno lavorando in modo strategico. Vi proponiamo un viaggio attraverso alcune progettualità che riguardano proprio queste aree.
Da Palermo Capitale una storia emblematica sui nuovi protagonismi
In Sicilia sono 180.000 i volontari quotidianamente al servizio di quasi 10.000 organizzazioni del terzo settore. Questa energia volontariato ha fatto in modo che Palermo vincesse il titolo di Capitale Italiana del Volontariato dopo che il CeSVoP, il Centro di servizi per il volontariato di Palermo, si candidasse con la collaborazione del Comune, della Caritas diocesana e del Forum del Terzo settore della Sicilia. Il claim è “Un volontariato che non ti aspetti… il tuo!” che trasforma i palermitani da spettatori a protagonisti della solidarietà. Come lo è Stefania Schifano, ventiseienne volontaria che vive e studia a Palermo dove si è trasferita da una città della provincia, Palazzo Adriano, e dove sta svolgendo il servizio civile volontario con il Movi ed è da tempo volontaria di Giubbe d’Italia. Il racconto di Stefania Schifano, che ha partecipato anche ad un evento della civil week a maggio organizzato dalle Buone Notizie del Corriere della Sera, è emblematico. “Facendo volontariato – afferma – posso sperimentare e accrescere le mie competenze, acquisendole e rafforzandole. Ci mettiamo in campo e facciamo quello che ci viene dal profondo”. Significative in particolare sono le parole con cui Stefania Schifano caratterizza il proprio impegno. “Per noi è importante perché spesso non sappiamo ancora chi siamo. Così possiamo scoprirci. Quando fai volontariato ti stupisci vedendo che gli adulti sono interessati al tuo parere. Ti aiuta a crescere e ti dà più sicurezza”.
In Lombardia un patto costitutivo per la salute: sistema sanitario e terzo settore alleati per un servizio innovativo
I dati dell’Istat confermano la rilevanza del numero e del ruolo degli enti del terzo settore che collaborano stabilmente con il servizio sanitario nazionale. Anche se il sistema sanitario vive delle grandi difficoltà per la crisi demografica, per la carenza di personale, soprattutto infermieristico e medico, per una debolezza di investimenti. Una situazione che interroga anche il terzo settore e il suo ruolo. “La crisi sistemica del welfare state – commenta il presidente del Csv di Monza – Lecco – Sondrio Filippo Viganò – dà ragione dell’interesse crescente che da qualche tempo viene rivolto al welfare di comunità. Osserviamo che gli E.T.S da decenni stanno sostenendo e promuovendo la salute delle cittadine e dei cittadini nelle comunità e che oggi lo fanno con una modalità sempre più professionale e apprezzata dagli utenti. Molto spesso questi enti si trovano gestire le persone senza alcun supporto da parte del pubblico”. Cinque, secondo Viganò, sono gli ambiti chiave in cui agisce il terzo settore: i servizi sociosanitari (assistenza domiciliare integrata, servizi gestiti da cooperative sociali per anziani e persone con disabilità, residenze sanitarie); prevenzione e promozione della salute (campagne di screening e progetti nelle scuole); supporto a malati cronici e rari (orientamento ai servizi e supporto psicologico e gruppi di auto-aiuto); marginalità e fragilità sociale (ambulatori solidali e comunità terapeutiche); innovazione e sperimentazione (telemedicina e progetti pilota). “Tutto questo – aggiunge Viganò – porta vantaggi per il sistema sanitario: contenimento dei costi, prossimità e flessibilità”. Il 19 giugno alle Acli di Milano si è svolto l’evento “Non possiamo restare in silenzio: la società civile per la sanità pubblica” di presentazione di un documento di rilancio del sistema sanitario nazionale a cui ha partecipato anche il Filippo Viganò in qualità di consigliere nazionale di CSVnet. Un segnale importante di impegno sul welfare e la cura: il documento stato sottoscritto da 140 associazioni, il testo si apre con dieci punti chiave e si sviluppa in due capitoli: il rilancio del sistema sanitario e i rischi dell’autonomia differenziata per il diritto alla salute. Un segnale chiaro dell’impegno dei Csv e del tessuto associativo per rafforzare i percorsi di cura.
Il volontariato delle Marche per favorire il popolamento, e la rigenerazione, delle aree interne
Nelle Marche è attivo il progetto “C’entro. Insieme per le terre del sisma”, promosso e sostenuto dal Centro servizi per il volontariato Marche Ets. È in corso da tre anni per favorire la crescita del tessuto associativo nelle aree colpite dal sisma 2016, incoraggiare l’iniziativa e l’aggregazione giovanile, riscoprire le ricchezze ambientali e culturali delle aree interne, orientare e formare Ets ed enti locali alla pratica dell’amministrazione condivisa. “Dopo la fase emergenziale – sostiene l’ex presidente del Csv Marche e uno dei protagonisti del progetto Simone Bucchi – avevamo ben chiaro che, in quei territori, sarebbe arrivato il momento di attivarsi anche per ricostruire i legami sociali e il fatto di essere qui così numerosi ci fa capire che non siamo soli a guardare al futuro. Il ruolo del Csv è quello di accompagnare tutte le realtà di terzo settore in questo futuro possibile, un futuro fatto di infrastrutture, scuole, sanità e lavoro, elementi sui quali noi abbiamo meno potere di incidere. Il potere che abbiamo è di stimolare tutte le realtà del Terzo settore a essere presenti in questo processo di sviluppo”. Il terremoto ha rafforzato lo spopolamento delle aree interne. È attivo adesso il progetto “Next Appennino” per il rilancio economico e sociale delle regioni del centro Italia colpite dai terremoti del 2009 e del 2016. “Il Csv sta avendo contatti con Castelli, Commissario Straordinario per la Ricostruzione post-sisma per collaborare e lavorare a misure che siano più indirizzate al terzo settore – aggiunge Bucchi –. L’obiettivo è riqualificare le zone, dando linfa al tessuto associativo delle aree colpite dal sisma”.
Con le arance il sostegno alla riqualificazione di Caserta
A Caserta è attivo il progetto “M’arrancio” che mira a trasformare le arance amare, una risorsa sottoutilizzata ma molto diffusa negli agrumeti del centro storico, in prodotti sostenibili investendo il ricavato nella cura del verde pubblico e in azioni di rigenerazione urbana. Un progetto sostenuto dal Csv di Caserta e partito diversi anni fa dopo che nel 2016 un gruppo studenti decide di avviare un’attività di riqualificazione spontanea di Villa Giaquinto, chiusa dal Comune di Caserta a seguito di atti vandalici, incuria e degrado. Da quell’iniziativa simbolica, promossa per diffondere nuova visione degli spazi verdi della città di Caserta, nasce il Comitato per Villa Giaquinto e uno straordinario esempio di amministrazione condivisa di un bene comune. Il parco ha ora nuova vita grazie anche al Patto di Collaborazione stipulato nel 2018. Il processo di trasformazione parte dalla collaborazione di cittadine e cittadini volontari che raccolgono le arance, passa per i laboratori di trasformazione, fino a tornare alle persone che frequentano la Villa, restituendo alla comunità la marmellata e il liquore di arance amare del parco. Questa esperienza rappresenta un passo avanti verso una Caserta più sostenibile e inclusiva, dove i beni comuni diventano catalizzatori di sviluppo sociale e economico, dimostrando il potere della cooperazione e della partecipazione attiva nella trasformazione urbana.
Questi sono solo quattro progetti su cui sono attivi i Csv italiani per orientarsi verso le quattro linee direttrici strategiche.