di Monica Cerioni – 25 luglio 2023

Il non profit che fa toccare l'Arte

 A Pesaro le persone non vedenti possono finalmente fruire dell'Arte di Giovanni Bellini grazie all'impegno dell'Unione italiana ciechi e ipovedenti. Il bassorilievo creato ad hoc attira in città turisti e curiosi anche dall'estero, rilanciando il tema dell'accessibilità universale alla Cultura

Tradurre un’opera d’arte pittorica in versione tattile. Per chi è non vedente significa creare le condizioni per poterla conoscere e scoprire, arrivando ad elaborare, attraverso il tatto, tutti i concetti in essa rappresentati. Abbattere le barriere sensoriali e aprire mondi fino ad allora sconosciuti. Ma anche per chi vede l’opera tattile può offrire l’occasione di riscoprire il dipinto in maniera nuova, e al tempo stesso avvicinarsi ad altri modi possibili di sentire ed emozionarsi con l’arte. Dunque un’esperienza che può contribuire ad abbattere anche barriere culturali. Ed è questo duplice obiettivo che ha animato l’Uici di Pesaro e Urbino Ets (Unione italiana ciechi e ipovedenti) nel percorso di realizzazione di un bassorilievo prospettico, fruibile al tatto, della Pala di Giovanni Bellini, dipinto della seconda metà del ‘400 e conservato nei Musei civici di Pesaro.

“Da dicembre scorso, con la presentazione pubblica del bassorilievo, si è conclusa la fase operativa del progetto ed è cominciata la vita dell’opera fruibile a tutti, che oggi è parte integrante della sala museale dove è esposta la Pala originale” spiega con soddisfazione Valeria Carlotta Castrì, consigliera dell’associazione.  Il bassorilievo, traduzione tridimensionale della tavola centrale della Pala, raffigurante Gesù che incorona la Vergine attorniati da quattro santi, è di fatto il risultato finale del progetto “Musei a con-tatto”, presentato dalla sede pesarese di Uici nel 2021, sostenuto con i fondi otto per mille della Chiesa Valdese, e realizzato dall’associazione in collaborazione con Museo tattile Anteros dell’Istituto dei ciechi “F. Cavazza” di Bologna, e Comune di Pesaro.

“A Pesaro c’erano già alcune opere tattili riprodotte in 3D, ma prima d’ora non ce n’era nessuna riprodotta in bassorilievo e non è la stessa cosa – precisa Castrì – perché il bassorilievo è stato realizzato manualmente dallo scultore Stefano Manzotti con un gruppo di artigiani del Museo Anteros, seguendo un iter complesso, cominciato con lo studio dell’opera e proseguito con numerosi passaggi e tecniche diversi… insomma mani esperte che restano insuperabili dalla tecnologia”. Un progetto lungo e ambizioso, considerando anche il fatto che la Pala del Bellini, indubbio tesoro del patrimonio artistico locale, è un’opera ricca di dettagli e dalla struttura imponente, che oltre al pannello centrale, tradotto nel bassorilievo tattile di 68 per 63 cm, presenta in basso altri sette riquadri dedicati a Natività e scene della vita di santi, che sono stati riprodotti anch’essi ma in tavole a rilievo. E non è tutto.

Un secondo intervento del progetto è stata la formazione sull’accoglienza delle persone non vedenti e le tecniche di guida all’esplorazione tattile dell’opera; un’attività curata dal Museo Anteros e rivolta agli operatori museali, alla quale hanno preso parte anche alcuni docenti del liceo artistico Mengaroni di Pesaro, impegnati nel progetto Erasmus “Art for all”.

“Un progetto innovativo per la nostra città e che ha avuto ampia risonanza – aggiunge Maria Mencarini, presidente di Uici Pesaro e Urbino – abbiamo ricevuto tante telefonate e contatti, anche dall’estero… è stato un impegno notevole, ma ripagato dalla certezza di aver fatto un bel regalo alla collettività. Per le persone cieche e ipovedenti, che possono conoscere l’opera per la prima volta, si rivela un’emozione grande. Si condivide qualcosa di prezioso che fino a quel momento era estraneo e ci si sente parte di una comunità. Sperimentare il bassorilievo tattile dell’opera è sicuramente coinvolgente per chi non vede, ma lo è anche per chi ci vede”.

“Se una persona normovedente chiude gli occhi e la esplora con le mani – le fa eco la consigliera Valeria Carlotta Castrì – capisce quanto sia importante e impattante la vista. É un senso predominante, prepotente, a volte anche distraente, per certi versi. Ma passando con le dita sopra il basso rilievo, si colgono anche dettagli che alla vista possono sfuggire… le pieghe degli abiti, le trame”. Dunque la fruizione tattile aiuta ad andare in profondità nella percezione dell’opera e al tempo stesso a sentirsi più vicino alla dimensione delle persone non vedenti.  “Noi vedenti non pensiamo mai che sia possibile percepire la realtà in maniera diversa da come la vediamo. E il più delle volte ci approcciamo alla cecità solo come un deficit, non anche come una condizione di percezione alternativa. – continua Castrì –. – continua Castrì – In questo senso, i bassorilievi tattili o le cene al buio sono mezzi per calarsi nei panni di, per far capire che esistono anche altri modi di ‘vedere’ le cose e che tutti abbiamo pari diritti e dignità”.  In altre parole, a promuovere cultura e sensibilità rispetto al mondo della disabilità visiva, e dell’accessibilità dell’arte e non solo.  E per farlo l’associazione intende puntare anche sulle scuole del territorio, con percorsi di preparazione all’esplorazione tattile e di sensibilizzazione intorno al mondo della disabilità visiva, per favorire più in generale accoglienza e inclusione, partendo dai più giovani.

Guardando al futuro infine, il progetto assume un valore ulteriore, poiché Pesaro sarà la Capitale della cultura 2024. E non a caso il tema dell’accessibilità della cultura per tutti è uno dei contributi portati da Uici Pesaro nell’ambito di “Visibilia – Volontariato è cultura”, il percorso di ascolto, confronto e idee promosso dal CSV Marche Ets per rendere il volontariato protagonista propositivo di Pesaro2024.  “Speriamo che questa azione sia da stimolo anche per altre realtà museali qui a Pesaro – conclude la presidente Mencarini – e che sia l’inizio di un percorso virtuoso dei centri artistici della città”.

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In primo piano il bassorilievo realizzato e sullo sfondo la Pala del Bellini © Musei Civici Pesaro

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