“Non sapevo dell’elevato numero di beni confiscati alla criminalità in Puglia, né delle tante vittime innocenti delle mafie: questa esperienza mi ha aperto davvero gli occhi“. Eugenio La Scala (20 anni) sintetizza così il forte impatto avuto dal campo antimafia organizzato dal Centro di Servizio al Volontariato San Nicola ETS insieme alla Cooperativa Semi di Vita e a Libera associazioni nomi e numeri contro le mafie.
Dal 6 all’8 giugno 2025, oltre venti partecipanti hanno preso parte a un percorso fatto di memoria e impegno civile, sperimentando direttamente la fatica e la bellezza della legalità a Valenzano, sul terreno confiscato gestito da Semi di Vita, dove hanno avuto modo di ascoltare storie di riscatto e lotta alla criminalità. “Questi temi, purtroppo, a scuola non li affrontiamo seriamente“, sottolinea Mariasole De Mango (18 anni), evidenziando la mancanza di approfondimento che spesso caratterizza anche le informazioni diffuse dai social.
Pasqualina Ruffo, familiare di vittima di mafia, conferma l’importanza dell’interazione con le nuove generazioni. “Sono sicura – racconta – che le nostre testimonianze serviranno ai giovani per allontanarsi da cattive esperienze e spingerli verso l’impegno sociale“.
Per Francesca Maiullari di Libera, “la memoria delle vittime non deve essere esercizio retorico, ma uno stimolo all’impegno, ricordandoci sempre da che parte stare”. Un messaggio potente che, grazie a esperienze come queste, resta impresso negli occhi e nelle coscienze dei giovani.
Secondo Angelo Santoro, presidente della cooperativa Semi di Vita, “i giovani sono il motore del futuro. Mostrare loro concretamente che dietro un bene confiscato c’è impegno e onestà significa far germogliare risultati positivi”. I ragazzi e le ragazze hanno infatti potuto toccare con mano la complessità e l’impegno necessari per restituire alla collettività terreni che erano simbolo di criminalità e degrado.
Un concetto ribadito anche dal sindaco di Valenzano, Giampaolo Romanazzi, che ha sottolineato come “il riuso sociale dei beni confiscati dimostra che la legalità può e deve essere coltivata quotidianamente“. “E’ indispensabile – aggiunge Domenico Mortellaro – far comprendere ai giovani che serve un impegno quotidiano, militante, partendo dai social e dalla vita reale, per essere davvero motori di cambiamento». Alessandro Cobianchi, direttore del CSV San Nicola, ha ribadito l’importanza di coinvolgere le nuove generazioni attraverso un impegno formativo costante. “I ragazzi sono davvero interessati, purché ci siano realtà capaci di creare le condizioni giuste. Noi continueremo a impegnarci perché questo interesse cresca e produca risultati concreti“.
Scegliere da che parte stare significa costruire futuro. Esperienze come queste ci ricordano che il vero contrasto alle mafie passa dall’educazione e dall’impegno concreto di tutti, soprattutto dei giovani. Riuscire a restituire alla comunità ogni bene sottratto alle mafie diventa un atto di giustizia sociale, una dimostrazione concreta che la legalità conviene sempre.