di Paolo Di Vincenzo – 24 giugno 2025

Orsa: un osservatorio sui bilanci esportabile

 L’iniziativa di Csv Abruzzo e università d’Annunzio è il primo esperimento in Italia in cui un Csv collabora con l'università sui bilanci di sostenibilità, un tema sensibile per il terzo settore.

Si chiama Orsa e ha, come simbolo, proprio un orso, uno degli animali simbolo dell’Abruzzo. Ma l’acronimo dice altro: Osservatorio sulla rendicontazione di sostenibilità delle aziende abruzzesi.

È il primo esperimento in Italia in cui un Centro di servizi per il volontariato (quello abruzzese, appunto) collabora attivamente con una università, il Dipartimento di Economia di Pescara dell’ateneo d’Annunzio, su un tema così sensibile per il mondo del Terzo settore. Una collaborazione che ha portato all’attivazione di due borse di dottorato di ricerca per il corso in Applied sciences for business innovation e che ha avuto il suo apice in un workshop, tenutosi a maggio, nell’aula magna Federico Caffè (un nome altamente significativo in fatto di economia solidale, tra l’altro nativo di Pescara) dove è stato presentato il primo rapporto Orsa, workshop coordinato da Michele A. Rea, docente di Economia aziendale, nonché responsabile scientifico e promotore dell’Osservatorio.

Quando il professor Rea ci ha proposto di entrare nell’Osservatorio – spiega Casto Di Bonaventura, presidente del Csv Abruzzo – ho subito risposto sì. Con la sentenza della Corte costituzionale 131 del 2000 gli enti del Terzo settore sono stati riconosciuti come costruttori di attività di interesse generale al pari dello Stato e di tutti gli enti pubblici. Questo significa che la costruzione della società non può avvenire soltanto su due semplici pilastri, Stato e mercato, ma entra in gioco un terzo pilastro, una terza gamba, quella delle associazioni, della comunità. Occorre recuperare, come del resto previsto nella costituzione, dove i corpi intermedi vengono riconosciuti come fondativi dell’azione dei cittadini, questa gamba della comunità per la costruzione di una società dove sia desiderabile vivere. Così il tavolino, su cui poggiare l’agire umano nella costruzione del bene comune, trova una sua stabilità, il suo equilibrio, grazie alle sue tre gambe: Stato, mercato e società civile, diversamente resterà sempre traballante. La rendicontazione non finanziaria è uno strumento importante perché la costruzione del bilancio sociale chiede una verifica dell’efficacia delle azioni attuate dall’ente che se ne avvale aiutandolo nel modificare ed innovare aspetti importanti della sua organizzazione interna, della sua capacità di relazione con i suoi dipendenti, con i collaboratori e con tutti i portatori d’interesse, nel nostro caso i volontari della regione, le loro organizzazioni e i giovani per aprirli al mondo del dono e del volontariato”.

Entra nello specifico il professor Michele Rea: “l’Osservatorio vuole mettere insieme da un lato le esperienze di rendicontazione di sostenibilità degli enti del terzo settore – e più in generale delle organizzazioni non profit – e quelle di rendicontazione non finanziaria delle imprese e degli enti pubblici. Per quanto riguarda Orsa Ets, quindi la sezione che si occupa degli enti del terzo settore, in questo primo anno abbiamo raccolto tutta una serie di dati, direttamente dal Runts, registro unico nazionale del terzo settore, per la sezione Abruzzo. Lì abbiamo fatto una serie di analisi sui dati reali che sono stati riscontrati sul registro”.

Anche gli altri Csv italiani potrebbero essere interessati all’Orsa, contribuendone a farne una best practice per i rispettivi territori.

Tutti i Csv potrebbero replicare l’esperienza abruzzese – sottolinea Laura Berardi, anche lei docente al Dipartimento di Economia dell’ateneo pescarese – e ampliare quindi la fotografia che noi siamo riusciti a fare nella nostra regione su un ambito più ampio. In questo modo si potrebbero creare anche dei meccanismi di comparazione, attraverso la collaborazione fra più Csv. Si potrebbe fare uno studio comparativo analizzando i risultati di differenti contesti regionali concordando delle metodologie di analisi condivise, funzionali all’analisi dei bisogni del territorio rispetto a questa esigenza della rendicontazione sociale, propria degli enti del terzo settore”.

Il progetto è partito quest’anno, si ripeterà anche nel prossimo?

Assolutamente sì, Orsa è un osservatorio permanente – prosegue Berardi – abbiamo già fatto tante attività anche in collaborazione con enti del territorio, in primis con il Csv Abruzzo, e l’esperienza sicuramente si replicherà. L’idea è quella di portare avanti tutta una serie di attività che potete vedere indicate nel nostro sito internet, di formazione, di ricerca, di approfondimento. Intendiamo anche fare dei focus più dettagliati su tematiche specifiche legate al sistema di rendicontazione sociale degli enti, per esempio sulla valutazione d’impatto o sulle pratiche di coinvolgimento delle parti interessate, nel processo di rendicontazione sociale, in prospettiva quindi, ogni anno, cercheremo di dare una fotografia più dettagliata rispetto a quello che abbiamo fatto quest’anno”.

In passato abbiamo contribuito, attraverso la collaborazione con il Csv, alla redazione delle prime linee guida sul bilancio sociale dei Centri di servizio per il volontariato elaborate da un gruppo di lavoro di Csvnet e alla realizzazione delle linee guida sui bilanci sociali delle organizzazioni non profit elaborate dall’allora Agenzia per le onlus. Quelle linee guida sono certamente superate ma, a mio avviso – conclude Laura Berardi- hanno rappresentato una base conoscitiva fondamentale di cui il legislatore certamente ha tenuto conto nel formulare l’attuale modello di rendicontazione degli Ets. A partire da quella esperienza il Csv ha, a sua volta, realizzato il suo primo bilancio sociale e ha avviato una ricerca sulla misurazione del volontariato collaborando con alcune organizzazioni del territorio. Con Orsa, questa collaborazione fra i ricercatori del dipartimento di Economia, il Csv e le organizzazioni del territorio, ha trovato la sua veste formale e opportunità di ulteriore sviluppo”.

È necessario supportare concretamente gli Ets nel percorso verso una rendicontazione sempre più trasparente, università e Csv possono aiutare – conclude Piero Stanchi, dipendente del Csv Abruzzo e dottorando di ricerca industriale al Dipartimento di Economia dell’università d’Annunzio -. Il report ha offerto una prima fotografia delle pratiche di rendicontazione sociale nel Terzo settore abruzzese. Molti enti non redigono ancora il bilancio sociale o lo fanno con approcci poco strutturati. La qualità dei contenuti è spesso limitata, spiace riscontrare che in molti bilanci sociali non viene curata con la giusta attenzione il racconto delle proprie attività che rappresentano il cuore di una rendicontazione sociale. ⁠Si riscontra una scarsa attenzione alla misurazione dell’impatto sociale e ambientale. Il coinvolgimento degli stakeholder è ancora poco sviluppato, così come la pubblicazione trasparente dei documenti. Le imprese sociali sono, come prevedibile perché obbligate per legge, le più attive nella rendicontazione sociale, ma anche per loro c’è molto ancora da fare”.

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