di Marco Benedettelli – 3 luglio 2025

Quando il terzo settore trasforma il non luogo

 Con IoNonCrollo e altre associazioni a Camerino è nato un nuovo centro dopo il terremoto del 2016.

Città millenaria, sede di un’università storica, centro da sempre fertile d’idee e incontri, perla della dorsale appenninica,  Camerino, luogo eccezionale, oggi porta ancora impresso il trauma del terremoto. È vero, la zona rossa è stata rimossa, il centro del vecchio borgo ora è di nuovo accessibile, ma è spopolato.

Oggi, rinchiuse tra le impalcature, ci vivono si e no duecento persone, un tempo erano mille e le attività commerciali si sono spostate in zone esterne. Ma è tutta Camerino ad essere travolta dal processo dello spopolamento, iniziato da lungo corso ma accelerato in modo drammatico dopo il terremoto. Camerino contava circa 6mila e cinquecento abitanti nel 2016 e oggi ne conta a malapena 5mila. In molti che erano sfollati sulla costa hanno preferito per mille e comprensibili ragioni non tornare, ed ora il paese è più silenzioso.  

Ma è proprio in questa dimensione forse malinconica, certo difficile che qualcosa è rinato, che un nuovo esperimento sociale ha preso forma e ha riempito un vuoto d’una energia nuova, sfidando la narrazione dominante  del declino delle aree interne. Dallo scorso settembre ha aperto nella periferia del paese il nuovo Quartiere delle associazioni, voluto con determinazione e ora gestito dall’associazione IoNonCrollo, una odv che si è formata proprio all’indomani del terremoto del 2016, nel campo sportivo di Camerino dove si erano ritrovati gli sfollati, una realtà che da allora si impegna per “resistere in una quotidianità diversa”, e con cui il Csv Marche ha collaborato e collabora in vari progetti e azioni.

Oggi il Quartiere delle associazioni, sorto sulle cime del quartiere San Paolo, è un laboratorio sociale che ospita quindici associazioni e tutte le manifestazioni di cittadinanza attiva che vi vogliono fare riferimento. “Consideriamo una vittoria che il luogo sia percepito come posto di ritrovo, d’incontro per i giovani e per gli anziani delle zone limitrofe, che altrimenti prima della sua inaugurazione non avevano letteralmente nessun posto dove incontrarsi e fare attività. Il Quartiere delle associazioni è ormai un punto di riferimento, una nuova piazza verrebbe da dire, dove più generazioni hanno trovato un nuovo spazio fisico per incontrarsi e parlarsi, guardandosi negli occhi”, spiega a VDossier Riccardo Pennesi, presidente di IoNonCrollo e suo volontario storico.

Parliamo di contesti dove da anni di sociale è rimasto ben poco e isolamento e depressione sono in agguato. Ma il Quartiere ora è già uno stimolo per gettare il cuore oltre il senso di abbandono, perché chi lo conosce e lo vive ne trae motivazione in nuovi progetti, incontri, avventure. Nel centro si tengono riunioni, feste, proiezioni, assemblee, laboratori, attività, iniziative. Partecipano alla sua vita anche gli studenti dell’Università di Camerino. Il quartiere è divenuto un riferimento di Slow Tourism Italia. Da questa primavera offre uno spazio verde, antistante alle sue strutture dove poter campeggiare e grigliare e fare socialità all’aperto mentre il profilo roccioso dell’Appennino umbro-marchigiano modella l’orizzonte.

Quelli dopo il terremoto sono stati anni lunghissimi, la quotidianità di Camerino si è, dall’oggi al domani, spostata nelle Sae, le Soluzioni abitative di emergenza,  allineate in piccoli blocchi fuori dal centro, spazi modulari, “non luoghi” dello sradicamento, aree dove la socialità si è annebbiata, gli anziani si sono isolati, i giovani si sono rinchiusi sempre più nei loro mondi. Ci sono bambini che a Camerino non sanno cosa sia il centro storico, come prima del 2016 si viveva tra quei vicoli, con l’inseguirsi delle voci nelle conversazioni di tutti i giorni, le mille attività, gli usci delle case aperti. La perdita di questa dimensione è significata anche perdita di identità, territoriale e culturale.

Spiega IoNonCrollo che sono un centinaio le associazioni attive a Camerino, nate grazie anche al fermento e alle contaminazioni della cultura universitaria. Un tempo quelle associazioni riempivano il centro con le loro attività, le loro manifestazioni. Ora non è più così, ma proprio come atto di resilienza contro questo cambiamento traumatico è arrivata l’idea di realizzare il Quartiere. Racconta il presidente Pennesi che “negli ultimi anni, abbiamo fatto tanti incontri anche fuori regioni, per spiegare cosa è la vita dell’entroterra dopo il terremoto. Ci siamo resi conto che a molti dei nostri interlocutori sembrava qualcosa di lontanissimo, di remoto, anche se distante solo poche ora di macchina dai centri abitati”. Un incontro dopo l’altro, IoNonCrollo è riuscito a raccogliere 400mila euro, anche con il contributo del Comune di Camerino, fino a rendere reale il proprio progetto. Nuove donazioni di Banca Macerata hanno permesso recentemente la realizzazione dello Spazio verde. 

Il centro è formato da due strutture di 150 metri quadri. C’è una sala polifunzionale che ospita chiunque ne faccia richiesta. Nell’altro caseggiato invece ci sono sei stanze, ognuna con il nome di una pianta o un albero. Le associazioni le richiedono per le loro attività tramite un modulo digitale. Insieme a IoNonCrollo hanno partecipato fin dall’inizio alla raccolta fondi di realizzazione e ora e ne popolano gli spazi in modo collaborativo associazioni dai profili più diversi, qui in ordine alfabetico: Agesci e Scout Camerino1, Asd Barbara Carboni, Circoloscacchi e dama, Cappella musicale del Duomo Coro Universitario, Archeoclub Italia, sezione di Camerino, il circolo fotografico “ProgettoImmagine,  Avis Frecceazzurre (gran fondo terre dei Varano), Avulss sezione di Camerino, Il Cile nelle Marche, Curc Circolo RicreativoUniversitario Camerte, Gas di Montagna, Cai sezione di Camerino, Cif sezione di Camerino, Società Operaia Mutuo Soccorso (circolo degli anziani via Vergelli), Aido sezione di Camerino, Cus Camerino.

Si prenota, si accede, ci si vede, si creano opportunità e servizi per tutti. Il luogo ora è uno dei cuori pulsanti della città, una piazza che si contrappone ai non luoghi dello spaesamento, una realtà che ha trovato il suo motore aggregativo attorno ad attività gratuite e volontarie per la comunità, quelle del mondo non profit, culturale, sportivo,ambientalista, sociale.

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