di Clara Capponi – 24 giugno 2025

Servizi in crescita e nuove priorità: come si stanno trasformando i Csv

 Quasi 100mila consulenze nel 2024, 56mila volontari formati, 129mila studenti coinvolti. Con il rinnovo della governance, la rete nazionale inizia una nuova fase coniugando la stabilità dei servizi con i cambiamenti in atto.

Con quasi 100mila consulenze erogate, oltre 56mila volontari formati e più di 129mila studenti coinvolti nei percorsi di orientamento e promozione del volontariato, i Centri di servizio chiudono un mandato quadriennale attraversato da grandi trasformazioni sociali, segnato da pandemia, crisi economiche, instabilità geopolitica e disuguaglianze crescenti. È in questo contesto che la rete, composta da 49 Centri attivi su tutto il territorio nazionale, ha appena avviato una nuova fase con il rinnovo del consiglio direttivo di CSVnet e la conferma alla presidenza di Chiara Tommasini.

Un quadriennio, quello appena concluso, che ha visto cambiare la rete anche nella sua dimensione associativa. Nel 2022 si è conclusa la riorganizzazione territoriale dei Csv, divenuti 49 secondo quanto previsto dal Codice del terzo settore. Un riassetto che non ha inciso negativamente sulla base sociale della rete: secondo l’ultimo rapporto (2024) della Fondazione Onc, l’ente istituito con la riforma normativa per il finanziamento e il controllo dei Csv, il sistema può contare su oltre 9.200 enti soci (in crescita rispetto agli anni precedenti), con una forte vocazione volontaria: più del 75 percento sono organizzazioni di volontariato.

La rete dei Csv, articolata in oltre 250 sedi operative, conta oggi quasi 700 operatori, per oltre il 70 per cento donne, e circa 3mila volontari nella governance, e raggiunge ogni anno decine di migliaia di organizzazioni del terzo settore, in gran parte piccole e con scarse risorse. Solo nel 2024, i Centri hanno erogato 97mila consulenze su temi giuridici, fiscali, amministrativi e progettuali. L’attività formativa ha coinvolto 56mila volontari per un totale di 17mila ore, mentre le iniziative di promozione nelle scuole e nei territori hanno raggiunto oltre 129mila studenti.

Se i numeri confermano un impegno crescente è la direzione dell’investimento delle risorse che rivela un cambiamento. Una recente indagine realizzata da Fondazione Terzjus in collaborazione con Unioncamere mostra come, dal 2003 – anno in cui l’Istat raccolse i primi dati sui servizi erogati dai Csv – ad oggi, le risorse dedicate alla promozione del volontariato siano passate dal 16 al 36 per cento nel 2022 fino a oltre il 40 per cento nel 2024. Un dato significativo, soprattutto perché, sottolineano i ricercatori, questa crescita non è avvenuta a scapito dei servizi di supporto, ma ha accompagnato un’evoluzione del ruolo stesso dei Centri: sempre più orientati a generare partecipazione, a costruire connessioni tra soggetti diversi, a facilitare l’accesso e l’ingaggio, anche da parte di nuovi attori.

Il cambiamento si riflette anche nella distribuzione territoriale. l’indagine Terzjus approfondisce anche questo aspetto e racconta come il 30 per cento dei Csv operi in contesti ad alta densità associativa, con una media di 17 volontari ogni 12 addetti. Un dato che racconta l’intensità della domanda di servizi e il dinamismo del volontariato locale, ma che solleva anche interrogativi sulla capacità di intercettare nuovi bisogni, rinnovare i linguaggi, accompagnare la transizione generazionale e culturale in atto.

È su queste e altre sfide che si concentrerà il lavoro del nuovo mandato, con quattro priorità già definite: promuovere il ricambio generazionale e la rigenerazione delle leadership associative; valorizzare il ruolo del volontariato nella co-programmazione delle politiche di welfare, con particolare attenzione alla salute; contribuire al contrasto dello spopolamento nelle aree interne; e favorire il protagonismo del volontariato nello sviluppo di modelli di economia sociale.

Il sistema dei Csv – nato per sostenere e rendere più competente il volontariato organizzato – si trova oggi in un punto di snodo: da un lato è chiamato a garantire servizi stabili, dall’altro a interpretare e accompagnare una trasformazione in atto, che riguarda tanto il terzo settore quanto il tessuto civico del Paese.

Foto di Fabrizio Tempesti da Tanti per tutti.

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