di Elisabetta Bianchetti – 13 giugno 2025

Volontari per un’estate, cittadini per sempre

 Qualcosa è cambiato dentro di te dopo quell’esperienza? Scrivici in poche righe cosa ti è rimasto, cosa hai imparato, se quella scelta ha lasciato un segno. Pubblicheremo la tua testimonianza.

Ogni estate migliaia di giovani in Italia scelgono il volontariato come esperienza di crescita. Ma cosa succede quando i campi finiscono? Quanto dura l’effetto di un impegno breve? Queste esperienze stagionali formano davvero cittadini attivi, oppure restano episodi isolati? 

A queste domande provano a rispondere educatori, ricercatori, enti di terzo settore. Con un punto fermo: non è tanto la durata a fare la differenza, quanto la qualità dell’esperienza. 

Il contesto: una scelta che cresce, ma è fragile 

Secondo CSVnet, nel 2024 circa 30mila giovani hanno partecipato a iniziative di volontariato estivo promosse dai Centri di Servizio e dalle associazioni locali, nazionale e internazionali. Le esperienze vanno dai campi antimafia alla cura dell’ambiente, dall’animazione nei quartieri difficili al supporto in piccoli borghi. Istat, nel suo report 2022 sul volontariato, conferma che tra i 14 e i 24 anni la partecipazione è più “occasionale” e legata a iniziative temporanee. Tuttavia, c’è un dato significativo: chi ha fatto volontariato in adolescenza o gioventù ha più probabilità di impegnarsi in forme continuative in età adulta. 

Esperienze brevi, impatti lunghi (quando sono ben fatte) 

“Il campo è stato l’inizio. Tornato a casa, ho cercato un’associazione nel mio quartiere.” (Marco, 24 anni, volontario a Palermo con Libera). 

Il punto non è tanto fare volontariato per due settimane, quanto vivere un’esperienza strutturata: con formazione, accompagnamento, spazi di riflessione. Gli esperti lo chiamano “effetto ponte”: una buona esperienza estiva può attivare processi di cittadinanza duraturi, se c’è un seguito. 

Lo conferma Ester Rizzi, sociologa dell’Università Cattolica: 

“Il volontariato breve funziona se è inserito in un contesto educativo. Non basta ‘fare’, serve capire. Serve che qualcuno ti aiuti a rileggere l’esperienza.” 

Testimonianza: dalla Sicilia a casa propria 

Nel 2022, Martina, 19 anni, ha partecipato a un campo estivo antimafia vicino a Catania. Era il suo primo viaggio da sola. Dopo due settimane passate a ripulire un terreno confiscato e a incontrare testimoni di giustizia, ha deciso di non fermarsi lì. “Non mi bastava. Tornata a Milano ho iniziato a collaborare con un gruppo locale che organizza doposcuola. Non era previsto. Ma sentivo che dovevo restare attiva.” 

A distanza di due anni Martina continua a fare volontariato, ha coinvolto due amiche e ha scritto una tesina di maturità sull’educazione alla legalità. Il campo è stato un innesco. Il resto lo ha costruito lei. 

Cosa serve perché un’esperienza lasci il segno? 

Educatori e formatori lo dicono chiaramente: non è la quantità di ore, ma la qualità educativa a fare la differenza. Servono: 

  • Percorsi strutturati, non solo “eventi” 
  • Figure di riferimento che accompagnino i giovani 
  • Occasioni per rileggere e interiorizzare l’esperienza 
  • Un invito esplicito a proseguire il percorso, nella propria comunità 

In mancanza di tutto questo, il rischio è alto: l’esperienza resta un episodio, emozionante ma isolato. 

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Volontariato breve, impatto lungo: 5 ingredienti chiave 

1. Formazione 
Prima dell’azione, serve contesto: capire dove sei, cosa fai e perché. 

2. Accompagnamento 
Un adulto di riferimento (educatore o tutor) può fare la differenza. 

3. Riflessione 
Spazio per condividere emozioni e pensieri: durante e dopo. 

4. Connessione 
Collegare l’esperienza temporanea a ciò che accade nel proprio territorio. 

5. Chiarezza di ruolo 
Il volontario non è un “eroe”, ma un cittadino che partecipa. 

Il volontariato estivo non è una formula magica. Ma se ben guidato, può essere una palestra di cittadinanza. Non tutti diventeranno attivisti a vita, ma molti porteranno con sé un’idea diversa di società. 

E a volte basta questo per cambiare una traiettoria. 

(eventuale call to action finale)

Hai vissuto un’estate da volontario? Raccontacelo. 

Hai partecipato a un campo estivo? Hai fatto volontariato in un borgo, in un parco, con un’associazione locale o all’estero? 

Qualcosa è cambiato dentro di te dopo quell’esperienza? 
Scrivici in poche righe cosa ti è rimasto, cosa hai imparato, se quella scelta ha lasciato un segno. 

Le testimonianze selezionate saranno pubblicate nel prossimo numero di Vdossier. 

📩 Invia la tua storia a: redazione@vdossier.it 
Oggetto: “Un’estate per…” 
(max 1000 battute, specifica il tuo nome e l’età) 

Perché raccontare serve. A te, e a chi forse sta decidendo se partire. 

Foto di Enrico Genovesi da Tanti per tutti

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