Ogni estate migliaia di giovani in Italia scelgono il volontariato come esperienza di crescita. Ma cosa succede quando i campi finiscono? Quanto dura l’effetto di un impegno breve? Queste esperienze stagionali formano davvero cittadini attivi, oppure restano episodi isolati?
A queste domande provano a rispondere educatori, ricercatori, enti di terzo settore. Con un punto fermo: non è tanto la durata a fare la differenza, quanto la qualità dell’esperienza.
Il contesto: una scelta che cresce, ma è fragile
Secondo CSVnet, nel 2024 circa 30mila giovani hanno partecipato a iniziative di volontariato estivo promosse dai Centri di Servizio e dalle associazioni locali, nazionale e internazionali. Le esperienze vanno dai campi antimafia alla cura dell’ambiente, dall’animazione nei quartieri difficili al supporto in piccoli borghi. Istat, nel suo report 2022 sul volontariato, conferma che tra i 14 e i 24 anni la partecipazione è più “occasionale” e legata a iniziative temporanee. Tuttavia, c’è un dato significativo: chi ha fatto volontariato in adolescenza o gioventù ha più probabilità di impegnarsi in forme continuative in età adulta.
Esperienze brevi, impatti lunghi (quando sono ben fatte)
“Il campo è stato l’inizio. Tornato a casa, ho cercato un’associazione nel mio quartiere.” (Marco, 24 anni, volontario a Palermo con Libera).
Il punto non è tanto fare volontariato per due settimane, quanto vivere un’esperienza strutturata: con formazione, accompagnamento, spazi di riflessione. Gli esperti lo chiamano “effetto ponte”: una buona esperienza estiva può attivare processi di cittadinanza duraturi, se c’è un seguito.
Lo conferma Ester Rizzi, sociologa dell’Università Cattolica:
“Il volontariato breve funziona se è inserito in un contesto educativo. Non basta ‘fare’, serve capire. Serve che qualcuno ti aiuti a rileggere l’esperienza.”
Testimonianza: dalla Sicilia a casa propria
Nel 2022, Martina, 19 anni, ha partecipato a un campo estivo antimafia vicino a Catania. Era il suo primo viaggio da sola. Dopo due settimane passate a ripulire un terreno confiscato e a incontrare testimoni di giustizia, ha deciso di non fermarsi lì. “Non mi bastava. Tornata a Milano ho iniziato a collaborare con un gruppo locale che organizza doposcuola. Non era previsto. Ma sentivo che dovevo restare attiva.”
A distanza di due anni Martina continua a fare volontariato, ha coinvolto due amiche e ha scritto una tesina di maturità sull’educazione alla legalità. Il campo è stato un innesco. Il resto lo ha costruito lei.
Cosa serve perché un’esperienza lasci il segno?
Educatori e formatori lo dicono chiaramente: non è la quantità di ore, ma la qualità educativa a fare la differenza. Servono:
- Percorsi strutturati, non solo “eventi”
- Figure di riferimento che accompagnino i giovani
- Occasioni per rileggere e interiorizzare l’esperienza
- Un invito esplicito a proseguire il percorso, nella propria comunità
In mancanza di tutto questo, il rischio è alto: l’esperienza resta un episodio, emozionante ma isolato.
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Volontariato breve, impatto lungo: 5 ingredienti chiave
1. Formazione
Prima dell’azione, serve contesto: capire dove sei, cosa fai e perché.
2. Accompagnamento
Un adulto di riferimento (educatore o tutor) può fare la differenza.
3. Riflessione
Spazio per condividere emozioni e pensieri: durante e dopo.
4. Connessione
Collegare l’esperienza temporanea a ciò che accade nel proprio territorio.
5. Chiarezza di ruolo
Il volontario non è un “eroe”, ma un cittadino che partecipa.
Il volontariato estivo non è una formula magica. Ma se ben guidato, può essere una palestra di cittadinanza. Non tutti diventeranno attivisti a vita, ma molti porteranno con sé un’idea diversa di società.
E a volte basta questo per cambiare una traiettoria.
(eventuale call to action finale)
Hai vissuto un’estate da volontario? Raccontacelo.
Hai partecipato a un campo estivo? Hai fatto volontariato in un borgo, in un parco, con un’associazione locale o all’estero?
Qualcosa è cambiato dentro di te dopo quell’esperienza?
Scrivici in poche righe cosa ti è rimasto, cosa hai imparato, se quella scelta ha lasciato un segno.
Le testimonianze selezionate saranno pubblicate nel prossimo numero di Vdossier.
📩 Invia la tua storia a: redazione@vdossier.it
Oggetto: “Un’estate per…”
(max 1000 battute, specifica il tuo nome e l’età)
Perché raccontare serve. A te, e a chi forse sta decidendo se partire.