di Silvia Gheza – 16 novembre 2022

Il sisma e le 72 ore dove il volontariato è tutto

 A Messina, con un'esercitazione speciale di tre giorni, si studia un modello d'intervento nazionale per il soccorso in caso di terremoti. E il volontariato è al centro.

Il senso principale sta tutto nelle parole di Salvatore Cocina, Capo della Protezione Civile regionale della Sicilia. “Durante l’esercitazione ‘Sisma dello Stretto 2022’, insieme con la Protezione Civile Nazionale e il Capo dei Vigili del Fuoco Ennio Aquilino, si è parlato della capacità di intervento nel caso di un terremoto di magnitudo 6. In questo scenario, nel quale crollano i palazzi, le arterie di collegamento non sono utilizzabili e la funzionalità delle infrastrutture tecnologiche è interrotta, il tempo necessario per l’arrivo degli aiuti da fuori regione e per l’effettiva operatività sullo scenario è calcolato in 72 ore. Ciò significa che il primo intervento e cioè quello delle prime ore, l’intervento che serve a mettere in salvo le persone, a fornire l’assistenza immediata, è tutto ‘locale’ ed è quello che viene realizzato dalle forze di soccorso, delle istituzioni e del volontariato dei territori della Sicilia”.

Non per caso all’esercitazione – che è durata tre giorni, da venerdì 4 a domenica 6 novembre, ed è servita a testare l’attuazione del modello d’intervento nazionale per il soccorso sul rischio sismico, attraverso i Centri di Coordinamento, la working area per soccorso tecnico urgente e sanitario, le  aree di accoglienza per la popolazione, le Colonne Mobili e le attività di valutazione e di agibilità post evento – hanno partecipato circa cinquanta organizzazioni di volontariato di protezione civile del messinese e oltre 500 volontari di Messina, dei quali più di 200 impegnati nei campi allestiti dal Dipartimento Regionale di Protezione Civile nei Comuni gemellati, dove hanno condiviso le attività con i volontari provenienti dalle altre aree della Sicilia.  

“È stata un’esperienza fondamentale, anzitutto per l’expertise acquisito dai volontari, ma anche perché ha comportato che ciascuna persona coinvolta ha avuto l’opportunità di conoscere meglio sé stesso e le proprie reazioni nel confronto con l’altro. Capacità e competenze, insomma, si sono integrate grazie alla condivisione e al dialogo. Fare rete per un sistema sempre più efficace di intervento è d’altronde l’obiettivo che sta alla base del protocollo d’intesa di recente siglato tra dipartimento nazionale di Protezione civile e CSVnet“, ha detto Santi Mondello, presidente del CESV Messina e responsabile per la Sicilia della Federazione delle Misericordie, che sono state tra le strutture partecipanti all’esercitazione.

“Per raggiungere il campo del Palarescifina, dove è stata allestita la tendopoli – ha raccontato Adone Guerrini, Presidente dell’associazione Volontari per il terzo settore e componente consiglio direttivo del CESV Messina – sono state formate due Colonne Mobili scortate dalla polizia Stradale e dal Corpo Forestale. All’interno del campo sono confluite le Colonne Mobili dei Vigili del fuoco, del Corpo forestale, della Croce rossa, dell’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, i mezzi della Città Metropolitana, del Comune di Messina, i Carabinieri con la cucina mobile e, con loro, a gestire la cucina, anche i volontari dell’AVCS di Siracusa”.  

“Tutti i volontari sono stati impegnati per l’allestimento del campo, la partecipazione ai vari scenari, lo smontaggio, senza fermarsi nemmeno sotto la pioggia battente. Tutti insieme in piena sinergia. La condivisione e l’integrazione – ha specificato – sono stati un valore aggiunto e hanno contribuito all’arricchimento del patrimonio di saperi e di competenze di tutte le componenti del sistema di protezione civile presenti. Confrontarsi, scambiare pareri, conoscere tanti colleghi volontari è stato fondamentale per imparare e fare esperienza. In tutti i volontari presenti si è percepita perfettamente la voglia di fare squadra, perché che solo facendo squadra si riesce ad affrontare una situazione come quella posta a base dell’esercitazione”.

“Non avevo mai visto un campo di protezione civile, non avevo esperienza di una serie di interventi così ampia né di attività così chiaramente correlate l’una all’altra», ha sottolineato Fabio Cusumano, 22enne impegnato nel progetto di servizio civile del CESV Vespri e volontario dell’Associazione Rivivere a colori Saponara. “Ho trovato particolarmente importanti e interessanti le simulazioni della ricerca dei dispersi, con le unitò cinofile, dello spegnimento di un incendio con il soccorso ai feriti. Credo sinceramente di essere “cresciuto” grazie alla partecipazione a questa iniziativa, anche per l’opportunità di confrontarsi, dialogare, lavorare insieme con tantissime realtà, che in qualche caso nemmeno conoscevo”. 

“L’importanza dell’intervento del volontariato tutto, con la specificità del volontariato organizzato e specializzato della Protezione Civile, un unicum italiano il cui valore è stato riconosciuto anche durante la visita del Papa – ha concluso Salvatore Cocina – non può essere messa in dubbio. L’intervento del volontariato è tale da aumentare significativamente la resilienza di territori e comunità. Di fronte a calamità – dagli shock climatici ai terremoti – assieme con gli investimenti sulla messa in sicurezza delle infrastrutture, il rischio si gestisce e si mitiga anche con gli interventi non strutturali, quelli appunto affidati agli uomini e alle donne del sistema di protezione civile”.

Le volontarie e i volontari che hanno partecipato alla tre giorni di esercitazioni

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