di Nunzio Bruno – 31 luglio 2025

La Capitale italiana del volontariato 2025 è un modello di partecipazione diffusa

 Palermo da Capitale italiana del volontariato sta rifondando l'impegno civico in modo aperto. I tre Csv della Sicilia si stanno coordinando, creando un modello di lavoro integrato che coinvolge tutto il territorio.

Palermo Capitale Italiana del Volontariato 2025 non è solo un titolo simbolico, ma una manifestazione che nel capoluogo siciliano sta ridefinendo il modo di intendere l’impegno civico attraverso un approccio radicalmente “orizzontale” e “diffuso”. Lo slogan “Un volontariato che non ti aspetti… il tuo!” sintetizza una filosofia che va oltre la tradizionale concezione dell’associazionismo: ogni cittadino, ente e istituzione è chiamato a essere parte attiva di una comunità che si sviluppa attraverso percorsi di solidarietà gratuita. Una prospettiva che incrocia l’evoluzione del volontariato così come fotografata dalla recentissima indagine Istat.

Una rete che fa sistema

Il coordinamento tra i tre Centri di Servizio per il Volontariato siciliani (CeSVoP Palermo, CSV Etneo e CeSV Messina) rappresenta già di per sé un risultato significativo. La collaborazione, strutturata attraverso un gruppo di coordinamento stabile, ha permesso di creare un modello di lavoro integrato che coinvolge non solo le organizzazioni del Terzo settore, ma anche istituzioni regionali, comuni metropolitani e realtà territoriali.

Particolarmente fruttuosa è la partnership con il Comune di Palermo e l’Assessorato alle attività sociali, le circoscrizioni comunali e i servizi sociali territoriali. Senza trascurare anche il collegamento con Agrigento, Capitale Italiana della Cultura 2025, che ha portato alla firma di un protocollo per implementare forme di coprogettazione valorizzando le diverse espressioni del volontariato, dalla creazione di biblioteche sociali alla promozione di luoghi di educazione socio-culturale.

Il territorio come protagonista

L’elemento più innovativo dell’iniziativa palermitana è il coinvolgimento capillare di tutte le otto circoscrizioni cittadine attraverso “Tavoli di co-progettazione” che hanno visto la partecipazione di oltre 100 associazioni, parrocchie, cooperative, comitati e istituzioni. Non si tratta di semplici incontri informativi, ma di veri laboratori di partecipazione dove i residenti dei diversi quartieri progettano insieme iniziative territoriali mediante microprogetti di rigenerazione urbana e sociale.

Il metodo è rigoroso: ogni tavolo coinvolge volontari e organizzazioni, Consigli di Circoscrizione, Servizi Sociali comunali di Comunità, con il supporto scientifico dell’Università di Palermo per l’analisi dei processi e il monitoraggio. Il risultato sono oltre 35 proposte concrete da realizzare entro fine novembre, che spaziano dall’inclusione sociale alla sostenibilità ambientale, dal protagonismo giovanile all’economia solidale.

Eventi che costruiscono comunità

Palermo Capitale dimostra come il volontariato possa declinarsi in molteplici forme espressive. Dall’Open Day giovanile #BeVolunteer che ha coinvolto 500 giovani e 7 istituti scolastici, agli eventi culturali come “U Cuntu di Santa Rosalia” sul sagrato della Cattedrale, fino alle iniziative di impegno civile per le donne, gli immigrati, i bambini in ospedale, i consumatori…

Significativa è anche l’attenzione alle periferie urbane: la “Festa dell’Amicizia” nel quartiere Sperone celebra la nascita del “Giardino delle Parole”, uno spazio di book crossing nato dalla collaborazione tra volontari e residenti, mentre “I Colori del Volontariato” nel Giardino di Borgo Molara festeggia la rinascita di uno spazio restituito alla comunità. E si continuerà su questa linea che attraversa capillarmente tutti i quartieri fino alla fine dell’anno.

Il “monumento” per il futuro

L’eredità più ambiziosa di Palermo CIV 2025 è la costituzione di una Fondazione di Comunità, considerata il “monumento” dell’iniziativa. Non una struttura fisica, ma un’istituzione permanente che possa supportare lo sviluppo di idee e progetti per la comunità locale, estendendo la prospettiva della Capitale dall’ambito cittadino a quello metropolitano.

Il percorso, avviato formalmente a giugno, prevede il coinvolgimento progressivo di enti e istituzioni con manifestazioni di interesse e adesioni formali, per giungere a definire visione strategica, modello gestionale, capitalizzazione e struttura organizzativa.

Una metodologia replicabile

L’esperienza palermitana dimostra come sia possibile trasformare il volontariato da settore specifico a metodologia trasversale di cittadinanza attiva. L’approccio non “centralizzato” della manifestazione sta generando nuove frontiere: dai linguaggi della comunicazione come energia di trasformazione territoriale, alle forme inedite di coprogettazione con enti locali e servizi territoriali, fino ai patti di collaborazione nella cogestione dei beni pubblici.

La programmazione intensa e policentrica, con eventi che proseguiranno fino a fine anno, testimonia la vitalità di un modello che potrebbe rappresentare un riferimento per altre realtà italiane nella costruzione di comunità più coese e solidali.

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