Gli incendi boschivi sono emergenze cui il territorio nazionale è sempre esposto, ma la prevenzione e l’organizzazione degli interventi sono alla base di una risposta efficace. In Italia i passi avanti sono molti e costanti. Il mezzo più efficace è il cosiddetto “gemellaggio”, una modalità di integrazione dei piani regionali dell’antincendio boschivo. Prevede l’intervento di squadre di volontari provenienti da fuori regione che si inseriscono per potenziare i meccanismi ordinari gestiti dalle Regioni, agendo al fianco dei Vigili del Fuoco e delle strutture che si occupano di antincendio boschivo. A fare da regia di questi meccanismi sussidiari è il Dipartimento della Protezione Civile. Andrea Nesi è il dirigente del Servizio volontariato del Dipartimento.
Nesi, la prevenzione e l’organizzazione delle risposte sono alla base di una corretta gestione delle emergenze: in che modo la collaborazione fra Dipartimento della protezione civile e volontariato sta agendo in questo senso?
Il gemellaggio va proprio nella direzione della pianificazione finalizzata da un lato alla prevenzione e dall’altro alla gestione operativa tempestiva: la lotta agli incendi richiede un sistema di risposta pronto, formato e con competenze elevate. Con i gemellaggi squadre di volontari provenienti da fuori regione affiancano le strutture competenti in ordinario e presenti sul territorio. L’antincendio boschivo è il tema dell’estate, che impegna i sistemi regionali, il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e le Organizzazioni di volontariato di protezione civile in modo molto intenso. E’ un’attività molto delicata anche dal punto della sicurezza dei volontari, che si formano e si addestrano periodicamente per operare in contesti molto difficili. Il Dipartimento supporta i sistemi regionali per l’integrazione delle risorse previste dai piani regionali, oltre a garantire il concorso della flotta dello Stato per lo spegnimento tramite canadair e elicotteri.
Un lavoro dietro le quinte, ma fondamentale.
Lavoriamo tutto l’anno per arrivare nei mesi di luglio e agosto ad avere squadre di volontari per l’avvistamento e lo spegnimento degli incendi da mettere a disposizione delle istituzioni regionali. I gemellaggi innescano un meccanismo virtuoso perché generano una relazione virtuosa fra le organizzazioni del territorio e quelle che vengono da fuori regione. Lo scambio delle esperienze rafforza il meccanismo. Lo scambio, le relazioni e la verifica delle procedure e delle buone pratiche fanno sì che le organizzazioni riescano a migliorare le metodologie e le tecniche che nelle annualità successive portano a performance operative migliori, a beneficio di tutto il sistema.
In quali territori sono attivi i gemellaggi?
Alle quattro Regioni che storicamente ne hanno più bisogno – Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia – si è aggiunto quest’anno il Lazio, che sta gestendo anche le attività giubilari. A supporto di queste cinque regioni partecipano ai gemellaggi di quest’anno le Regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto. Alle colonne mobili di queste regioni si affiancano le squadre delle Organizzazioni nazionali che fanno antincendio boschivo: Corpo Antincendio Boschivo del Piemonte, VAB, Associazione Nazionale Autieri d’Italia, Associazione Nazionale Alpini, Gruppo Lucano e MO.DA.VI., Federazione Italiana Fuoristrada e Federazione Motociclistica Italiana. La particolarità di queste ultime due Organizzazioni è che si occupano dell’avvistamento attraverso l’impiego di volontari con moto da cross o fuoristrada che girando per il territorio loro assegnato segnalano alla sala operativa gli incendi. E’ un’attività di prevenzione che permette un intervento tempestivo soprattutto nelle aree interne e remote in cui è difficile fare un avvistamento prima che l’incendio abbia assunto dimensioni considerevoli. Le altre Organizzazioni e le colonne mobili regionali fanno attività di spegnimento a terra e con le proprie squadre che operano insieme alle altre organizzazioni all’interno del meccanismo e delle procedure che le Regioni hanno. E’ un’attività di sistema che coinvolge molti attori.
Che ruolo svolge il Dipartimento di Protezione Civile?
Il Dipartimento svolge attività di raccordo e coordinamento tra le regioni e le Organizzazioni nazionali disponibili a partecipare ai gemellaggi e quelle ospitanti, attraverso la definizione di un modello di intervento nazionale a supporto delle regioni che chiedono il gemellaggio. Nel 2024 abbiamo attivato circa 800 volontari che da metà luglio a fine settembre hanno partecipato ai gemellaggi sul territorio. Quest’anno il numero sarà superiore per l’inserimento della Regione Lazio e perché alcune regioni ci hanno chiesto di ampliare il periodo di presenza delle squadre sul territorio in considerazione dell’impegno gravoso che stanno registrando. Oggi la stagione a rischio per gli incendi si sta allargando e si protrae fino al 15 ottobre, mentre un decennio fa la campagna si interrompeva il 15 ottobre. Dobbiamo svolgere sempre di più una pianificazione integrata fra Dipartimento e sistemi regionali di protezione civile. Ogni regione si organizza come ritiene e ha competenza di spegnimento attivo, l’intervento sussidiario deve essere calato sulla realtà regionale e vogliamo sempre di più che vi sia una sinergia istituzionale per permettere l’intervento quanto più incisivo e corretto dei volontari, anche rispetto ai compiti istituzionali di una struttura operativa strategica come il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, con la quale il volontariato si trova ad operare fianco a fianco per la lotta agli incendi. Come Dipartimento assicuriamo anche i benefici di legge dei volontari: l’articolo 39 del Codice della protezione civile che permette al volontario di assentarsi dal lavoro avendo garantito al datore di lavoro il reintegro della giornata non lavorata, e l’articolo 40 per il riconoscimento alle Organizzazioni del ristoro delle spese vive sostenute per le attività. L’obiettivo che abbiamo è quello di favorire al massimo la possibilità di partecipazione da parte dei volontari, e vogliamo fare in modo che i rimborsi avvengano nel più breve tempo possibile.
Un’attività quindi silenziosa e lontana dai riflettori, ma molto importante…
E’ un’attività silenziosa e preziosa svolta dai volontari di protezione civile che sta assicurando un’attività di prevenzione ed una risposta operativa tempestiva. L’esperienza ci dice, così come le testimonianze dei partecipanti, che i risultati del progetto sono buoni. Vorremmo migliorare la sinergia tra le regioni ospitanti e le squadre attivate, con procedure condivise. Un conto è lavorare su un territorio conosciuto, un altro conto è andare in un territorio con caratteristiche orografiche e di flora diversa e con procedure operative diversificate. Dobbiamo lavorare insieme alle Regioni ed al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco a definire standard che garantiscano interventi omogenei dei volontari, ferma restando la competenza regionale nella materia dell’antincendio boschivo. Il Paese ha la preziosa risorsa dei volontari di protezione civile che silenziosamente riescono a garantire straordinarie attività a supporto delle Comunità ed una di queste è l’antincendio boschivo.





