di Giulio Sensi – 13 giugno 2025

Coscienti giovani insieme per l’ambiente

 350 attivisti sono stati insieme per quattro giorni a Paestum per lo Youth Climate Meeting di Legambiente.

Il raduno annuale dei giovani attivisti ambientali è tornato tra il 22 e il 25 maggio all’Oasi Dunale di Paestum: 350 attivisti provenienti da ogni regione d’Italia si sono riuniti per partecipare alla settima edizione dello Youth Climate Meeting di Legambiente. L’evento è giunto alla sua settima edizione, organizzato dal Coordinamento Nazionale Giovani di Legambiente. Quattro giorni di incontri con centinaia di giovani, dibattiti e workshop con ospiti ed esperti, con un approccio inclusivo ed intersezionale su temi come la giustizia climatica, la transizione verso fonti di energia rinnovabili, i reati ambientali e le ecomafie, l’economia circolare, alimentazione, agroecologia e benessere animale, il volontariato internazionale come impegno per la pace e i diritti umani. Stefano Farina si occupa del servizio alle organizzazioni per il Csv Monza, Lecco, Sondrio ed ha svolto il compito di consulente formatore per CSVnet per seguire questo progetto di Legambiente.

Stefano, hai affiancato questi giovani nei giorni di Paestum. Che esperienza è stata per loro?

I riscontri sono molto positivi, sia dal punto di vista della riuscita, con la varietà di argomenti portati, sia del taglio più sofisticato degli argomenti. In un evento simile non è possibile approfondire molto i tem, ma grazie alla loro varietà è stato ricostruito un panorama degli argomenti ambientali dentro alla crisi climatica molto connessi e ampli.

È complesso parlare di sfide ambientali in modo ampio?

Beh, ci sono stati i temi portanti dell’ambientalismo scientifico, ma si è parlato anche di ecoansia, cura, intersezionalità, ecotransfemminismo, benessere animale, transizione alimentare, volontariato e associazionismo. Una formula molto varia che apre una visione della questione ambientale ampia e complessa.

Perché un evento del genere è così popolato di giovani?

I partecipanti hanno principalmente fra i 18 e i 35 anni che vengono coinvolti dai circoli locali dalle strutture regionali di Legambiente. Ci vanno per sentirsi parte di un movimento, approfondire questi temi e anche perché c’è una grande varietà. Sta vincendo un approccio intersezionale e quest’anno ancora di più. Sono invitati diversi esperti sia interni sia esterni a Legambiente sia interni, ma anche altre associazioni ambientaliste. È un passaggio di molti stimoli che aiutano a ricomporre quella che è la complessità dei temi ambientali.

È stato un evento che ha contato su una modalità di ingaggio che funziona.

Parlo dal punto di vista dei Csv: quelli di Legambiente sono i primi veri progetto a lungo termine di ricambio generazionale, Legambiente ci sta investendo veramente. Ha misurato l’età media dei soci: si stava alzando e ha risposto costruendo una struttura che dà anche lavoro ai giovani per ingaggiare i giovani e sta progredendo. Diversi giovani che sono entrati per fare attività che ingaggiassero nuove persone oggi sono diventati presidenti o vicepresidenti di circolo o regionali e sono entrati nel tessuto associativo. Stanno iniziando a sviluppare una strategia non solo di ingaggio ma anche di fidelizzazione. Tutte quelle porte aperte che l’associazione ha per fare in modo che le persone rimangano e facciano l’associazione. Ci vedo molto coraggio dell’associazione.

La risposta dei giovani dimostra che i frutti stanno arrivando.
E’ in costruzione, un processo complesso perché una volta che inizi devi saper condividere il potere decisionale con i soggetti presenti. Il grosso del lavoro sarà andare a supportare i circoli locali nell’adottare un processo accogliente che apra a nuove possibilità e a persone nuove. Dai giovani partecipanti è uscita la ridefinizione del ricambio generazionale: loro non si vedono come un pezzo nuovo ma hanno parlato di scambio generazionale, non vogliono buttare fuori nessuno, ma chiedono di aiutare e apprendere da chi ha esperienza e di aver fiducia di integrare argomenti classici con argomenti nuovi. Perché li percepiscono importanti per affrontare tematiche ambientali. C’è un dialogo che si sta costruendo, non è sempre facilissimo ma sta dando frutti incredibili.

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